[28/02/2007] Parchi

Pessimo primato per Arezzo, prima in provincia in esche avvelenate

AREZZO. Il comune di Arezzo si classifica primo (con 30 casi segnalati) nella graduatoria provinciale delle esche avvelenate. Questo è il risultato emerso dai dati relativi al 2006 presentati dall’assessore provinciale alla caccia Roberto Vasai e dal Segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci. Complessivamente sono state segnalate 85 esche avvelenate distribuite nel territorio di 26 comuni, dato che ha indotto la Provincia ad invitare i cittadini ad una particolare vigilanza ed alla collaborazione.

«Questo fenomeno si ripete con preoccupante frequenza – dichiara l’Assessore provinciale Roberto Vasai – ed è monitorato costantemente dalla Polizia provinciale e dall’ufficio caccia della Provincia. Per arginare questi atti criminali nei confronti degli animali è sempre più necessaria la collaborazione di tutte le forze di polizia ed anche dei cittadini che devono segnalarci ogni ritrovamento di esche avvelenate».

Le motivazione dello sconsiderato rilascio di esche avvelenate nell’ambiente sono varie ma costantemente si ripetono: si va da quelle inerenti la gestione della fauna selvatica legate all’attività venatoria, ossia al controllo indiscriminato di piccoli predatori come volpi, faine, donnole e puzzole che interferiscono sulla riproduzione e sui ripopolamenti di fauna cacciabile, a quelli legati alla raccolta dei tartufi per arrivare fino ai dissidi condominiali legati al “fastidio” che arrecano gli animali: questi casi sono particolarmente pericolosi per le persone perché i bocconi avvelenati vengono gettati nei giardini delle città, negli insediamenti urbani dove ci sono colonie feline o nelle piazze dove si alimentano i piccioni.

«Nel 2006 – spiega il segretario generale della Provincia Gabriele Chianucci – si è avuto un caso anche di intimidazione criminosa esercitata tramite l’avvelenamento di un animale, un metodo che viene usato per imporre le propria volontà su un’altra persona o per ritorsione e vendetta. Il numero di 85 segnalazioni che presentiamo è, ovviamente, approssimato per difetto in quanto molti casi non vengono denunciati e quindi possiamo dire che sicuramente questi episodi sono qualche centinaio nel territorio provinciale».

Chianucci si sofferma anche sulla tipologia di veleni usati «ha fatto la sua ricomparsa la stricnina, proveniente probabilmente dall’estero, e vengono inoltre usati arsenico, veleno per topi e anticrittogramici. Quando viene effettuato un ritrovamento si provvede alla bonifica dell’area interessata e, se il fenomeno si ripete per almeno due volte, si procede anche alla sua tabellazione per segnalare la situazione di pericolo, invitando in particolare al controllo dei bambini e dei minori in queste aree».

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