[28/02/2007] Comunicati

Finanziarizzazione vs economia ecologica

LIVORNO. Può darsi che si tratti di prese di profitto dopo avere toccato i massimi storici. Oppure che sia la inevitabile reazione alle misure annunciate dal governo cinese contro gli investimenti illegali. Sta di fatto che il crollo è inoppugnabile: quasi -9% per la Borsa di Shanghai e oltre 100 miliardi di capitalizzazione andati in fumo (a farne le spese soprattutto i titoli minerari e industriali ma anche quelli assicurativi), con ripercussioni immediate sulle piazze occidentali (in tutto si arriva a 700 miliardi persi).

E tutto questo in pochissime ore. Svariate le interpretazioni sulle conseguenze che ne hanno dato gli economisti di tutto il mondo, da quelle più pessimistiche con la previsione di recessioni a catena a quelle che invece assomigliavano più a un’alzata di spalla.

Ma un fatto appare incontrovertibile: i mercati vanno sempre più verso la finanziarizzazione, che viaggia ormai con una velocità e un percorso tutto suo, completamente estraneo non solo alle dinamiche della politica, ma perfino a quelle dell’economia. Non solo un mondo tutto attaccato dunque, ma anche rovesciato rispetto alle grarchie conosciute.

La finanziarizzazione dell´economia agisce ingnorando del tutto il nodo della sostenibilità e perciò della riproducibilità delle risorse che pure stanno alla sua base.

Che il governo sostenibile di queste risorse avrebbe bisogno di regole e di governance lo dimostrano le prese di posizione in tal senso, ormai sempre più frequenti, da parte di economisti che ne calcolano i costi. E non è un caso che siano addirittura le multinazionali a chiedere regole più stringenti.

Ma regole per fare cosa? La finanziarizzazione è stata inevitabile anche grazie alla disponibilità dei mezzi telematici ed elettronici, oggi però il meccanismo globale della finanziarizzazione dell´economia può portare il mondo a disastri economici e produttivi senza precedenti anche per la velocità dei suoi sviluppi, che la politica non può gestire.

La finanziarizzazione non è solo un fenomeno puramente congiunturale. «È il prodotto della crisi di una società – sosteneva Samir Amin in “I cinque monopoli” (2000) - in cui il capitale in eccedenza non può trovare sbocchi nell´espansione del sistema produttivo». Paradossalmente questo sistema costituisce una minaccia grave per chi detiene il potere economico, quella della svalutazione massiccia del capitale. La gestione di queste crisi impone, quindi, che siano offerti degli sbocchi finanziari che permettano di evitare il peggio: questa è la via d’uscita più semplice (ma probabilmente più “a tempo determinato”).

In attesa che una governance mondiale si strutturi e svolga il proprio ruolo: regole che vadano in direzione della riproducibilità delle risorse. Questa è l´economia ecologica.

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