[27/02/2007] Urbanistica

Il Consiglio regionale approva il Praer

FIRENZE. Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di oggi il Praer (il nuovo Piano Regionale delle Attività Estrattive). Il Praer determina: fino al 2012 il fabbisogno del consumo e della produzione di inerti di pregio e non, di materiali ornamentali, di materiali da recupero e assimilati; individua un utilizzo equilibrato delle risorse di cava del territorio regionale; riduce gli impatti del trasporto dei materiali puntando sull’apporto dei materiali di recupero; recupera le cave dismesse e prescrive per province e comuni l’adozione di pianificazioni provinciali con criteri volti a valorizzare le risorse, al minor impatto territoriale e ambientale dell’escavazione, all’uso di fonti energetiche di basso impatto, delle migliori tecnologie di scavo per la sicurezza per i lavoratori; nel settore strategico delle Apuane, dove la commercializzazione dei materiali lapidei indica il progressivo aumento delle cosiddette ‘scaglie’ e la preoccupante diminuzione dei blocchi e delle lastre, il Piano fissa le quantità da estrarre con la garanzia che il 25% sia destinato proprio a blocchi e lastre.

Su quest´ultimo punto Legambiente Carrara, come greenreport ha riportato alcuni gioni fa, si è espressa negativamente: «È infatti già possibile prevedere - sostiene l´associazione ambientalista - che la norma regionale del 25% in blocchi possa essere facilmente aggirata. Per esempio, per un certo numero di anni una cava potrà estrarre il 100% in detriti, sostenendo che si tratta di lavori preparatori e che i blocchi saranno estratti negli anni successivi; poi, se dopo anni di devastazione la concessione le sarà revocata, poco male: subentrerà un altro concessionario (magari un prestanome dello stesso) e il gioco potrà continuare ancora per anni».

Per Legambiente erano quindi necessarie misure ineludibili, come ad esempio «che il 25% in blocchi sia calcolato sul quantitativo totale estratto (non decurtato dei materiali necessari alla risistemazione ambientale) e che debba essere rispettato ogni anno, pena la revoca della concessione».

Soddisfatto, invece, Erasmo D’Angelis (Margherita), presidente della Commissione Ambiente e Territorio. «Dopo 12 anni – ha detto - il Consiglio regionale è tornato finalmente a votare uno strumento così importante come la pianificazione dell’attività estrattiva. I principi di responsabilità e sostenibilità sono i criteri guida che hanno portato alla formazione di questo nuovo piano di settore in linea con le politiche di buon governo del territorio e di tutela del paesaggio, ma anche di sostegno all’occupazione e alle attività produttive. Si tratta, senza dubbio, del più concertato e analizzato strumento di programmazione regionale, che avrà bisogno del monitoraggio continuo della Regione e della collaborazione di Province e Comuni».

«Non è stato facile – ha continuato D’Angelis – raggiungere questo obiettivo, considerando che le attività estrattive rappresentano uno dei settori a maggiore impatto sul territorio, con una ricchezza immensa di materiali, ma che al tempo stesso hanno modellato paesaggi straordinari, invidiati, ammirati e mitizzati nel mondo, che vanno tutelati. Il Piano tiene conto della conservazione delle risorse naturali e del paesaggio più tipico, ma anche dell’occupazione legata alle attività estrattive (la cava più discussa, quella di Malintoppo in Val d’Orcia, alimenta da oltre 100 anni una fornace con 200 occupati».

«In Toscana – ha spiegato – ci sono solo 3 province su 10 libere dal deficit produzione/domanda (Arezzo, Lucca e Massa Carrara), nelle altre c’è un aumento dei trasporti, calcolato in 2.600 viaggi al giorno, di camion con materiale. Il Piano punta a ridurre l’importazione da altre regioni, ipotizzando la copertura del fabbisogno regionale con l’attività di recupero ambientale e messa in sicurezza delle cave senza realizzarne di nuove. Ci sono forti incentivi affinché, entro sei anni, vengano recuperate le cave dismesse o abbandonate».

«Il Praer – ha concluso D’Angelis – contiene inoltre un elemento rivoluzionario: l’attività estrattiva in Toscana non è più considerata area industriale ma è un’area concessa ad uso transitorio e vincolata come area agricola o parco. Si scaverà solo per lotti e si passerà al lotto successivo solo dopo aver rinaturalizzato quello precedente. Si penalizzano i cavatori? Sicuramente no. Il motto del piano è, infatti, scavare meno e scavare meglio».

Scavare meno e scavare meglio, però, non basta. Bisogna anche aggiungere ‘utilizzare al massimo gli inerti riciclati ottenuti dai rifiuti dei processi di costruzione e demolizione’, come previsto dal capitolato d’appalto approvato l´anno scorso dalla Regione Toscana.

Come aveva spiegato a greenreport Stefano Ciafani a novembre (Legambiente) «gli inerti spesso invece finiscono in discarica ed una buona parte si perde per strada». Questo perché, oltre ad altre problematiche, «manca anche la volontà politica ed amministrativa degli Enti Locali di fare i capitolati per rendere obbligatorio – come prevederebbe la normativa – l’uso degli inerti riciclati per i lavori pubblici».

E´ evidente che un maggiore utilizzo dei materiali inerti proveniente dai rifiuti dei processi di costruzione e demolizione significa anche abbasserebbe di gran lunga la necessità di materia prima e quindi scavare. E così sì che si scaverebbe meno!

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