[27/02/2007] Rifiuti

Raccolta differenziata in carcere, Prato modello per i portoghesi

PRATO. Asm e la Casa circondariale di Prato in Portogallo per il progetto di raccolta differenziata che impegna detenuti, agenti penitenziari e operatori. L’iniziativa rientra nella rosa dei cinque progetti europei selezionati da Grundtvig 2, partenariati di apprendimento che puntano al recupero e al reinserimento nella società dei detenuti.

Il progetto «Tutti dentro separatamente» ha portato la raccolta differenziata dei rifiuti all’interno della Casa circondariale di Prato ed è stato presentato a Coimbra, in Portogallo, dalle delegazioni di Asm e del carcere della Dogaia guidate rispettivamente dal presidente Adriano Benigni e dalla direttrice Ione Toccafondi.

Cinque i Paesi che hanno preso parte alla settimana di lavoro: Italia con l’esperienza di Asm all’interno della struttura carceraria, Spagna, Portogallo, Francia e Inghilterra. “Tutti dentro separatamente” è una vera e propria raccolta differenziata come quella organizzata all’esterno, con tanto di borse per le diverse tipologie di rifiuti, secchielli, contenitori e cassonetti.

Sono i detenuti a gestire l’intero ciclo dei rifiuti: dalla raccolta e dalla divisione all’interno delle celle, al conferimento nei cassonetti collocati all’aperto nell’area delimitata dalla cinta muraria protetta. 1.350 tra detenuti, agenti penitenziari, educatori e volontari sono quotidianamente coinvolti nel progetto: un numero non trascurabile di utenti che mette insieme un volume di raccolta differenziata pari al 49%. L’iniziativa di Asm e del carcere della Dogaia è stata molto apprezzata a Coimbra e non è escluso che venga presa ad esempio e riproposta in altre strutture penitenziarie.

«Noi stiamo portando avanti questo progetto da circa un paio d’anni – spiega il presidente di Asm Adriano Benigni – si tratta di un’esperienza molto interessante di raccolta differenziata perché tra detenuti, circa 450, personale del carcere e parenti, si parla di oltre un migliaio di persone. E poi c’è l’aspetto sociale. Questo lavoro è utile per i detenuti anche per il loro reinserimento quando usciranno dal carcere. Infatti spesso trovano collocazione nelle nostre cooperative sociali. E’ un progetto che portiamo avanti con soddisfazione assieme alla Casa circondariale di Prato e che non solo è piaciuto a livello europeo, ma credo che ci verrà anche copiato».

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