[26/02/2007] Parchi

Piste da sci sulle nevi eterne del parco nazionale dello Stelvio?

MILANO. Neve poca, ma voglia di piste da sci tanta, e magari anche dentro un parco nazionale “storico”. Mercoledì il direttivo del parco nazionale dello Stelvio, la più grande area protetta delle Alpi divisa tra Lombardia e Trentino-Alto Adige, dovrà decidere sulla richiesta dei comuni dell´Alta Valtellina che chiedono di poter realizzare un nuovo collegamento sciistico lungo tutto il crinale della Valfurva, dal Gavia a Bormio.
A sostegno degli enti locali si è mossa la regione Lombardia, con forti pressioni sulle province di Trento e Bolzano (che fanno parte del direttivo del Parco) perché sostengano questa grande via di collagamentoi sciistico che gli ambientalisti definiscono un ecomostro .

«Una scelleratezza – dice senza mezzi termini Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - che, se non verrà fermata da un ripensamento della regione, è destinata ad aprire un duro conflitto ambientale e una nuova, gravissima ferita nel parco, di dimensioni maggiori perfino dei danni inflitti dalla pessima gestione dei mondiali di sci del 2005».

Il potenziamento sciistico prevedere il raddoppio della superficie sciabile a Santa Caterina Valfurva, con l’abbattimento di foreste, e comprende un collegamento ad una quota superiore ai 3 mila metri tra i massicci del monte Sobretta e del Vallecetta, «il tutto nel cuore del Parco – dice Legambiente - per trasformare le due stazioni sciistiche in un unico gigantesco carosello per gli sport invernali. «Per effetto del cambiamento climatico in corso, le specie alpine sono costrette a cercare ambienti adatti a quote sempre più alte: l´alta quota è diventata una insostituibile area di rifugio per animali e piante che rischiano l´estinzione a causa del caldo, compromettere questi ambienti è del tutto incompatibile con le finalità per cui è stato istituito il parco dello Stelvio».

E gli ambientalisti enumerano ancora le conseguenze dei mondiali di sci del 2005 «a due anni di distanza, i liquami di Santa Caterina continuano a riversarsi nel torrente Frodolfo, i parcheggi multipiano che hanno sventrato l´ingresso al paese sono ancora un enorme cantiere aperto, l´elenco delle incompiute è lunghissimo, a partire dal ´rifugio´ in Valle dell´Alpe, autorizzato come piccolo punto di ristoro per sciatori e inspiegabilmente trasformatosi in un grande albergo di lusso».

De Simine fa notare che «i danni dei Mondiali sono stati riconosciuti dalla regione, tanto che sono state stanziate significative risorse per la mitigazione ambientale ed è stato anche avviato un piano d´area che avrebbe dovuto servire a ripristinare una condizione ambientale compatibile con l´esistenza del parco, ma che a questo punto rischia di diventare la foglia di fico dietro cui passeranno lauti finanziamenti per realizzare nuove opere destinate ad accrescere, anziché ridurre, l´invasività ambientale del turismo in Alta Valtellina».

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