[26/02/2007] Aria

Traffico e smog, così fan tutti. Ma tutto fa!

LIVORNO. Il blocco del traffico nelle regioni del Nord (compresa l´Emilia Romagna) ha evitato che nell’aria venissero immesse 10 tonnellate di polveri inquinanti (PM10). Lo sostiene l’Arpa ed è un dato significativo. Ma non sarà questo che convincerà le persone a convertirsi verso una mobilità sostenibile. Visto che non ci riesce neppure la tragica statistica dei morti per Pm10, arrivati in Italia a 9mila l’anno. Ed è ovvio che queste operazioni, come appunto il blocco della Pianura Padana e le domeniche ecologiche, non servano per abbattere l’inquinamento tout court, ma più che altro per sensibilizzare le persone e invitarle a riflettere.

L’argomento è complesso e non si presta a semplificazioni. E’ evidente però che per ridurre l’inquinamento atmosferico causato dal traffico le leve sulle quali far forza sono note e riassumibili in: veicoli meno inquinanti; utilizzo limitato all’indispensabile dei mezzi privati; maggior uso del trasporto pubblico in particolare il treno. Azioni a cui affiancare piste ciclabili, zone a traffico limitato e isole pedonali. Senza dimenticare anche l´uso dei biocarburanti. Il blocco del traffico, viene detto, non serve a niente. Se anche fosse così, è stato almeno utile che sui mezzi di informazione si sia riaperto un interessante dibattito che pone la questione sotto diversi punti di vista.

Il primo è quello dei veicoli meno inquinanti. Argomento sul quale la politica europea e anche quella italiana sta mettendo mano. E pur tra mille difficoltà non si può non sottolineare che la Commissione europea ha messo in piedi un piano che imporrà alle aziende automobilistiche di ridurre in modo significativo le emissioni. Cosa che, come noto, penalizzerà le aziende tedesche, mentre avvantaggerà Fiat, le francesi e la Toyota. Perché si sono lanciate per prime sulla strada dell’abbattimento delle emissioni. C’è qualcosa di negativo dal punto di vista della sostenibilità ambientale in questo? In Italia poi, non solo attraverso il ministero dell’ambiente è stato istituito un fondo per la mobilità sostenibile, ma la mobilità sostenibile è stata mantenuta anche nei dodici punti di Prodi. E´ un segnale inoltre che Giorgetto Giugiaro oggi su Repubblica sostenga che "bisogna ripensare l´auto la mobilità in chiave di efficienza energetica e ambientale".

In questa prospettiva sembra piuttosto interessante il progetto europeo denominato Eco-drive. La Commissione Ue ha finanziato progetti in nove Paesi per educare i cittadini alla guida ecologica. Una tecnica di guida rispettosa dell’ambiente, sicure ed economica. Che non può non farci pensare a che impatto positivo potrebbe avere anche sui nostri giovani troppo spesso vittime della strada.

La sostenibilità viene messa in crisi, invece, se si pensa di aver risolto i problemi producendo auto a basse emissioni. Perché se continuano ad aumentare di numero, anche se meno inquinanti, il problema non viene certo risolto! E non risolve ogni questione - anche se è molto utile ed è un comportamento da seguire - che l’auto la si utilizzi meno e con più raziocinio, come è riscontrabile nell’ultima proposta di Pecoraro Scanio volta a imporre la riduzione della velocità in autostrada a 110 chilometri orari. Meno velocità, meno consumi è infatti una logica dimostrata da tutte le statistiche.

Per dare un colpo netto alle emissioni serve invece il potenziamento (e ovviamente un maggior utilizzo) del trasporto pubblico. Senza questo, abbattere lo smog nelle città è praticamente un’utopia. Ed è un problema anche di spazio, come sostiene Legambiente, perché un conto sono 80 persone su un autobus, un conto sono 80 macchine con una persona ciascuno. Ma qui sono tante le criticità: per essere scelto il trasporto pubblico deve essere efficiente (orari) e efficace (costi). Ci sarà un motivo per cui ora da Firenze a Roma praticamente più nessuno prende l’auto scegliendo il treno? Il governo punta molto sulla Tav, che porta con sé un gran numero di problematiche irrisolte, e la politica dovrà essere in grado di trovare la mediazione possibile con le amministrazioni locali e con la gente. Ed altre iniziative vanno in questo senso, come la tramvia fiorentina ad esempio. Anche questa sotto il tiro di un buon numero di oppositori.

Le priorità devono però essere chiare a tutti, così come deve essere chiaro che qualcuno rimarrà scontento. Quindi ci pare che sostanzialmente non sia utile chiedersi quanto effettivamente serva bloccare il traffico un giorno all’anno come è successo ieri al Nord, ma guardare che cosa si fa (anche personalmente) per far sì che un giorno non ce ne sia più bisogno.

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