[26/02/2007] Rifiuti

Lupi (Verdi): «Bene l´amianto stoccato sotto terra»

FIRENZE. Il piano regionale toscano prevede che ogni discarica attivi un modulo per ospitare rifiuti speciali come l’amianto, ma nonostante questo ad oggi solo la discarica di Terranova Bracciolini (Arezzo) lo ha fatto, mentre da un po’ di tempo si sta discutendo dell’opportunità di ricavare un modulo per l’amianto nell’ex cava Viti, a cavallo tra i comuni di Montagnoso (Ms) e Pietrasanta (Lu). Un’operazione, ci aveva spiegato alcuni giorni fa il responsabile dell’articolazione amianto dell’Arpat regionale, Gabriele Fornaciai, che non comporta alcun pericolo per la salute pubblica. «E’ giusto che l’amianto si sotterri ed è previsto per legge – diceva Fornaciai - perché l’amianto è un minerale e sotto terra torna a fare il minerale senza danni per la salute umana». Ovviamente deve essere impacchettato a dovere, eppure proprio a Montignoso non mancano le proteste: da parte del centrodestra ovviamente, ma anche da parte dei Verdi locali, preoccupati perché «il rischio è che la cava si riempia in pochissimo tempo, con una pressione incontrollabile, al punto da rischiare di diventare una bomba ecologica».

In realtà il consigliere regionale dei Verdi Mario Lupi la pensa diversamente.

«La nostra proposta è quella di fare monitoraggi a tappeto dell’amianto nella nostra regione per verificare la pericolosità dei singoli manufatti – comincia Lupi - Una volta fatto questo quadro generale dobbiamo cominciare a intervenire sugli edifici pubblici, e poi via via anche nel privato, dai capannoni industriali alle cabine degli stabilimenti balneari. Su questo la Regione è d’accordo ma noi pensiamo a un salto ulteriore: vorremmo che fosse previsto, laddove si toglie un manufatto in amianto, l’installazione immediata di pannelli solari, sempre a carico della Regione: un elemento vantaggioso economicamente sia per risparmio e recupero di energia, ma anche utile a dare ulteriore sviluppo alla filiera del fotovoltaico».

Questo per quanto riguarda l’individuazione e la rimozione. Ma sullo smaltimento che cosa dite?
«E’ ovvio che ognuno vorrebbe che l’amianto di casa sua fosse messo il più lontano possibile, non pensando che comunque "lontano" sarà pur sempre la casa di qualcun altro. Invece in linea di principio chi lo toglie deve accollarsi la responsabilità di dove metterlo. Del resto la tecnologia è molto avanzata e se viene stoccato sotto terra dopo essere stato neutralizzato, non rilascia niente di dannoso né per l’uomo né per l’ambiente».

Quindi i Verdi sono d’accordo col piano regionale che prevede l’attivazione di un modulo per l’amianto in ogni discarica?
«Dobbiamo farlo perché al momento non esistono alternative. Noi spingiamo in questa direzione, è chiaro che va verificato lo stoccaggio e ci pare giusto che sia l’Arpat o altri organismi pubblici a seguire questi processi e a garantire la regolarità delle operazioni delimitando le aree dove collocarlo, magari disastrate e da recuperare».

Anche nell’ex cava Viti?
«Non conosco la situazione specifica di questa cava, ma a me piace dare soluzioni, e siccome siamo per la sostituzione di tutti i manufatti in amianto che stando all’aperto rischiano di sgretolarsi e di essere pericolosi per l’uomo, oggi la migliore soluzione è metterlo sotto terra, dove non può fare alcun danno. Poi se un giorno si inventerà una tecnologia migliore sapremo dove l´abbiamo messo e quindi dove andare a prenderlo».

E nel resto della Toscana?
«Spero che anche nel Praa ci siano queste indicazioni, perché non si può continuare a far finta che il problema dello smaltimento dell’amianto non esista solo perchè lo mandiamo all’estero o peggio perché viene smaltito abusivamente. Finora abbiamo trascurato veramente troppo questo problema».

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