[23/02/2007] Energia

L´innovazione industriale guarda al 2015 e (speriamo) alla sostenibilità

LIVORNO. Nonostante la crisi in atto, il Governo va avanti. E’ di oggi infatti l’iniziativa presentata nella sede del ministero dello Sviluppo economico con il sottosegretario Alfonso Gianni e Andrea Bianchi, capo della Direzione generale per lo sviluppo produttivo e la competitività.
E’ stato infatti nominato il Comitato scientifico che accompagnerà il cammino del disegno di legge “Industria 2015” anticipato con l’istituzione del Fondo per la Competitività nella legge finanziaria e il lancio del Progetto “Efficienza energetica nell’industria”, guidato dallo staff di Pasquale Pistorio.

Circa trenta gli esperti di politica economica e industriale, professori universitari, specialisti del mondo dell’energia e dell’ambiente che daranno il loro contributo nel Comitato scientifico per rendere i progetti di innovazione industriale i migliori strumenti di rilancio per il Paese.

Il sottosegretario Gianni e il direttore generale Bianchi hanno richiamato l’attenzione sulla possibilità di arricchire il provvedimento durante il percorso parlamentare e di mettere a punto, insieme agli esperti, le linee strategiche del piano triennale che verrà elaborato anche attraverso il confronto con tutti i soggetti economici, sociali e le istituzioni locali e nazionali. Da questo piano strategico dovranno quindi discendere i progetti di innovazione industriale. Augurandoci che, come per quanto riguarda il progetto Efficienza energetica, anche in questo sia tenuto ben presente il tema ´sostenibilità´ nelle scelte strategiche di innovazione.

Una iniziativa che sembra rispondere ai dati 2006 presentati dalla Commissione europea, che pongono l’Italia ancora sotto la media europea per quanto riguarda l’innovazione, in cui risulta fanalino di coda assieme a Spagna, Ungheria, Slovacchia Malta ed Estonia. Ai primi posti invece i paesi nordici guidati da Svezia, Finlandia, Danimarca e Germania.

Il motivo secondo la Commissione europea è da ricercarsi nella bassa percentuale di persone con livelli di istruzione universitaria e ad alta specializzazione, che arriva appena al 12% nella fascia di età compresa tra i 25 e 64 anni, contro la media europea del 23%. Qualche piccolo passo in avanti verso l’innovazione in Italia, secondo i dati della Commisione c’è stato: positivo infatti il trend tra il 2000 e il 2004 che ha visto un raddoppio dei laureati in materie scientifiche, e un incremento delle spese delle imprese in Ricerca e Sviluppo, sempre però con livelli inferiori alla media europea.

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