[05/01/2006] Energia

Quando i signori del gas sfilarono a Livorno

LIVORNO. Gli attori protagonisti di quello che qualcuno aveva definito il «grande risiko» del gas avevano sfilato proprio a Livorno, alla fine dello scorso aprile. Spiegando, in un maxi-cpnvegno promosso da Cispel-Confservizi e Federgasacqua, i motivi per i quali era più che legittimo puntare ad un en plein nel territorio della provincia. Due furono le idee-guida di quel vernissage d’eccezione. La prima: il futuro dell’Italia che da soggetto grande importatore di gas potrebbe trasformarsi in Paese che poi lo exporta anche, con una direttrice di attraversamento sud-nord, verso il Centro Europa. La seconda: il futuro della Toscana, che ha come migliore alleato la cartina geografica, che rende la sua costa una delle porte di accesso alla maglia di reti dell’Europa. Insomma, dalla (presunta) guerra fra progetti alternativi, quell’occasione ci confronto sancì un esito per certi versi sorprendente: il rigassificatore off shore di Olt a Livorno, la piattaforma di Edison-Bp-Solvay a Rosignano, il gasdotto di Galsi a Piombino possono coesistere alla grande, perché c’è spazio di mercato per tutti. Non solo, ma l’eccesso di offerta sarebbe il motorino d’avviamento per sbloccare l’intoppo che finora ha rallentato la reale liberalizzazione del mercato del gas, ha ricordato il presidente di Federgasacqua Mauro D’Ascenzi, dicendo che «senza sovrabbondanza non si innesca una concorrenza reale, e noi stiamo qui a litigare solo per spartirci le briciole d’un 3%».

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