[21/02/2007] Parchi

Appello degli ambientalisti per salvare i parchi della Val di Cornia

LIVORNO. Legambiente, Italia Nostra Toscana e Wwf lanciano un appello per salvare i parchi della Val di Cornia. Lo fanno con un intervento nel quale spiegano: «Un caso esemplare di pianificazione e valorizzazione del territorio, esperienza più unica che rara in un Paese dove la deregulation è considerata la normalità, rischia di scomparire sotto la minaccia della speculazione edilizia».

«E’ il comprensorio – proseguono - della Val Di Cornia, in difesa del quale lanciamo un appello alle istituzioni locali, i comuni di Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo, Sassetta e Suvereto, alla Provincia di Livorno, alla Regione Toscana, ai ministri dei Beni Culturali, Dell’Ambiente e della Ricerca Scientifica».

Le associazioni ambientaliste chiedono che «si vigili per impedire l’aggressione al patrimonio naturalistico e archeologico di quella zona e che i comuni tornino a seguire l’ispirazione virtuosa di quegli amministratori che negli anni 70 seppero progettare e porre sotto tutela, resistendo alle lusinghe degli speculatori, il territorio in modo eccellente. Che a metà degli anni novanta, partendo proprio dalle scelte fatte con i piani urbanistici, dettero vita al Sistema dei parchi della Val Cornia».

«Questi stessi comuni – aggiungono - oggi sono sotto accusa. In particolare il comune di Campiglia Marittima dove, nonostante il blocco di un nuovo grande progetto di sfruttamento della cava di Monte Calvi, vengono oggi al pettine scelte incoerenti che hanno consentito a quella cava di liberalizzare la vendita dei materiali e di avvicinarsi pericolosamente al parco di San Silvestro, provocando incidenti e la chiusura di siti archeologici da tempo aperti al pubblico. Ma anche Piombino, che dopo aver sconfitto il fenomeno dell’abusivismo edilizio e aver realizzato il parco naturalistico costiero della Sterpaia, meta nei mesi estivi di oltre mezzo milione di persone, ora spiazza tutti proponendo la costruzione di nuovi parcheggi (oltre i 5mila già esistenti) in un posto dove l’affluenza alle spiagge è già doppia rispetto a quella ritenuta ammissibile dalla Regione».

«E infine San Vincenzo, dove negli anni novanta una grave scelta di urbanistica contrattata portò alla previsione di un grande albergo all’interno della tenuta agricola di Rimigliano e l’attuale amministrazione non sembra in gradi di rimettere in discussione quel progetto e si dimostra vittima delle pressioni degli immobiliaristi».

L’appello delle associazioni chiede di rilanciare e difendere l’esperienza del Parco della Val di Cornia con quattro azioni fondamentali: 1. l’immediato adeguamento dei vincoli per comprendervi tutto il patrimonio culturale della Val di Cornia: siti minerari e archeologici, beni paesaggistici, edifici e impianti di archeologia industriale, anche fuori dai perimetri dei parchi; 2. rigorose coerenze urbanistiche tese a garantire la conservazione del patrimonio culturale ed ambientale; 3. il forte rilancio della ricerca scientifica e dell´innovazione applicata ai beni culturali, consolidando ed estendendo il rapporto che la Società Parchi ha costruito con le Università; 4 la valorizzazione del management aziendale perché senza competenze e sensibilità appropriate la Società Parchi non potrà svolgere quella funzione d’integrazione tra pianificazione territoriale, ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio che, fino ad oggi, è stato il fattore reale di successo di questa esperienza.

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