[19/02/2007] Acqua

E se il «Tubone» non servisse ?

FIRENZE. Il “famoso” progetto del “Tubone”, di cui Greenreport si è più volte occupato, continua a far discutere. Ci riferiamo al progetto che prevede di prendere tutte le acque di scarico della Valdinievole, della Valdera, della Valdelsa e del circondario Empolese, per un totale di 27 milioni di metri cubi all’anno, e portarle a depurare nella zona del cuoio dove attualmente vengono depurati 3 milioni di metri cubi all’anno, costruendo lì un nuovo depuratore e ampliando quelli esistenti.

Nei giorni scorsi vi è stata una netta presa di posizione di Assindustria Pistoia e Cna Valdinievole a favore del progetto. Perplesso sulla posizione delle associazioni di categoria e critico con il progetto nel suo complesso Carlo Bruscoli, chimico ex dirigente Arpat, che abbiamo intervistato.

Bruscoli cosa c’è che non va nel progetto?
«Ci sono alcuni aspetti che mi sembrano singolari: la zona del cuoio è nota per non essere riuscita in tutti questi anni a risolvere alcuni suoi problemi di depurazione degli scarichi industriali: lo afferma l’ex assessore Tommaso Franci nella “Comunicazione sullo stato delle Intese tra Ministero dell’Ambiente, regione Toscana e Associazioni dei Conciatori sulle problematiche della depurazione del comprensorio del cuoio”, ma Assindustria e Cna sono fermamente convinte che le industrie della Valdinievole devono affidarsi proprio ai depuratori della zona del cuoio per i propri scarichi! Inoltre la zona del cuoio è a valle della Valdinievole, per cui le acque vi dovrebbero arrivare naturalmente per caduta, e invece no! Il percorso previsto nel progetto per scendere a valle deve prima salire delle collinette, e così ci vogliono delle pompe di sollevamento per mandare gli scarichi a valle! Questo non mi pare l’unico progetto possibile».

Ma i depuratori della Valdinievole funzionano o no?
«Anche questo è singolare. In molti, comprese le suddette associazioni di categoria, ci dicono che i depuratori della Valdinievole sono “vecchi e ormai sorpassati”, “mal funzionanti”, “..non riescono più a depurare tutta l’acqua..”, e quindi è necessario realizzare questo Tubone. Mentre la società che gestisce tali impianti (Acque Spa), e che dovrebbe realizzare il progetto, dice nel suo sito che i depuratori funzionano bene come dimostrano ogni anno 100.000 analisi! Ed allora perché buttarli via?
Ma c’è anche un altro problema per le aziende: legandosi al “Tubone” sono legate anche al successo o al fallimento del progetto nel suo insieme, non solo della parte che interessa la Valdinievole. Succede così che già adesso la Valdinievole subisca gli effetti delle molte critiche e dei forti dubbi che vari soggetti esprimono soprattutto sulla capacità di questo progetto di risolvere i problemi depurativi della zona del cuoio e migliorare la qualità delle acque dell’Arno».

Questi dovevano essere gli obiettivi principali?
«Appunto. Io e molti altri siamo convinti che con questo progetto l’Arno non ha nessuna possibilità di arrivare al livello di qualità “Buono” previsto dalla Direttiva acque e riportato nell’Accordo di programma».

Ci spieghi meglio
«Vede, ogni corso d‘acqua ha una certa capacità di sopportare del carico organico, diciamo che il fiume è in grado di digerire una certa quantità di inquinamento: questo processo viene chiamato autodepurazione. Ma l’Arno già ora, con quei 3 milioni di metri cubi all’anno di scarichi, non ce la fa a digerirli ed è al peggior livello di qualità previsto dalla legge cioè “pessimo”; si immagina quando gli arriveranno 30 milioni di metri cubi di scarichi! Ci vorrebbe un miracolo perché da “pessimo” diventasse “buono”, ma qualcuno crede ai miracoli! Mentre tutti i critici sono concordi nel ritenere che il progetto così com’è metterebbe in crisi il Padule di Fucecchio».

E poi c’è la questione economica. Forse quei soldi potrebbero essere meglio impiegati?
«Sicuramente. Resto anche un po’ stupito che Assindustria e Cna ritengano che sia un buon investimento spendere milioni di euro per un Tubone più alcune pompe di sollevamento che portino a valle i loro scarichi. E poi come le sembra spendere altri milioni di euro per risistemare il depuratore di Pieve a Nievole, dove in un primo momento verrebbero convogliati gli scarichi, per poi disfarsene e portare tutto nella zona del cuoio? A me sembrano proprio soldi buttati via! Basterebbe depurare in Valdinievole gli scarichi della Valdinievole e poi lasciarli scorrere attraverso il Padule fino alla zona del cuoio dove potrebbero essere riutilizzati. Nessuno che io sappia mette in dubbio che la Valdinievole, con i finanziamenti di Stato e Regione, sembra 5 milioni di euro su un totale di 150 milioni, sarebbe in grado di ristrutturare, rinnovare e ampliare i propri depuratori in modo da migliorare la qualità degli scarichi, lasciando inalterata la quantità di acqua che va nel Padule di Fucecchio. E allora chiedo: e se il “Tubone” non fosse così indispensabile?»

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