[16/02/2007] Aria

Tutti i gatti non sono bigi! Anche se dobbiamo illuminarci di meno

LIVORNO. Per il terzo anno consecutivo Caterpillar lancia M’illumino di meno, la giornata nazionale del risparmio energetico, che si svolge oggi nell´anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto e che quest’anno è diventata internazionale. L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici alle ore 18 e in questi giorni si è scatenata una vera e propria gara etica di buone pratiche ambientali da parte di semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, università, cral aziendali, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all’opinione pubblica come un altro utilizzo dell’energia sia possibile.

L’altro utilizzo possibile presuppone in effetti una gerarchia precisa di interventi e azioni necessarie per migliorare o non peggiorare ulteriormente le cose sul versante delle emissioni e quindi del global warming. Per farlo è certamente indispensabile una presa di coscienza da parte di tutti e a tutti i livelli.

Il risparmio energetico è la prima e la più vasta fonte di energia disponibile sulla terra. Non è una provocazione e iniziative come m’illumino di meno servono a rendere consapevole l’opinione pubblica e i cittadini, nessuno escluso.

La seconda azione nella gerarchia di una nuova coscienza ecologica è l’efficienza e richiama alle sue responsabilità il mondo produttivo. L’efficienza è innovazione dei processi (molto più che dei prodotti) affinché anche il costo (economico ma soprattutto energetico) per unità di prodotto sia sempre più basso. Gli investimenti in ricerca dovrebbero essere indirizzati non tanto (o non solo!) a rinnovare l’immagine attraverso il packaging, ma piuttosto rendere più sostenibile il prodotto in tutto il suo ciclo di vita (e anche dopo): dal suo prelievo in natura come materia prima (ma allora sarebbe ancor meglio come materia prima seconda) fino al suo smaltimento finale.

La terza azione vede come protagonista la politica e la governance globale. E consiste in una seria, decisa e coraggiosa svolta verso le energie rinnovabili. Stamani il ministro Pecoraro Scanio ha anticipato i contenuti dell’atteso Conto–energia che dovrà segnare una prima svolta nel nostro Paese (di cui aprliamo in un altro articolo). Ma anche l’incrocio con la discussione oggi in Italia in ambito di liberalizzazioni è d’obbligo, affinché la scelta delle rinnovabili sia intrapresa senza se e senza ma, da parte delle autorità locali ma anche da parte degli opinion maker locali. Questa scelta, sembrerà paradossale ma è così, impone di liberalizzare al massimo (anzi individualizzare) le possibilità di produzione energetica per favorire l´autoproduzione. Sul terreno della produzione energetica sostenibile dunque, non solo le parole "grande" e "rigido", ma anche "pubblico", se generalizzato e ideologizzato, non funzionano. A riprova che con gli schemi non si va da nessuna parte.

La quarta azione si rivolge ancora una volta a interlocutori riassumibili nella fascia dei decisori, esattamente come il punto precedente: da una parte non si può dire no a tutto ma si deve dire no a quello che non è sostenibile: impegnarsi nella riduzione dell’uso delle fonti fossili più inquinanti, (petrolio e carbone, che per quanto le nuove tecnologie possano averne ridotto le emissioni restano oggettivamente le fonti più inquinanti) e delle fonti come il nucleare che ancora oggi non dà garanzie per lo meno in termini di sicurezza, di economicità e di smaltimento finale delle scorie radioattive. Viceversa, come detto prima, i no devono essere accompagnati dai si e per questo motivo oggi non è possibile opporsi pregiudizialmente al metano.

Per almeno due motivi: oggi il pianeta non può reggersi solo sull’uso di fonti rinnovabili. E nella fase di transizione dall’attuale quota irrisoria ad una quota significativa di energia prodotta da fonti rinnovabili bisogna per forza ricorrere alle fonti fossili. E oggi la fonte fossile che ha impatti ambientali più bassi è il gas. Quindi la discussione non può essere gas si o gas no, ma casomai, ci si può confrontare sul quanto, sul dove e sul come.

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