[16/02/2007] Comunicati

Kyoto. Eppur si muove, anche in America (nonostante Bush)

LIVORNO. Giovedì a Washington un gruppo dei legislatori di tutto il mondo ha firmato una risoluzione che sollecita un nuovo accordo per limitare le emissioni di gas serra entro 2009 ed attuare così il protocollo di Kyoto prima della scadenza del 2012.
La risoluzione è il frutto di un congresso di due giorni sul riscaldamento globale al quale hanno partecipato circa 20 paesi, compresi i membri del Congresso Usa, da cui è scaturito l´invito al gruppo degli otto paesi più industrializzati a fissare una scadenza per un aggiornamento e una nuova adesione al protocollo di Kyoto entro il 2009.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel, di cui il paese ha attualmente le presidenze a rotazione del G-8 e dell´Unione Europea, in un video-intervento alla conferenza ha descritto le sue priorità sul riscaldamento globale ed ha acconsentito a convocare una riunione internazionale sul cambiamento climatico in maggio, per preparare il summit del G-8 di Heiligendamm che si terrà dal 6 all´8 giugno.

I parlamentari che hanno partecipato al convegno tenuto a Capitol Hill hanno detto che sentendo parlare i legislatori degli Stati Uniti si è percepita un cambiamento politico a Washington verso una cooperazione più forte con gli altri paesi sul combattimento contro il riscaldamento globale.

«Qui sul cambiamento climatico ho rilevato realmente un cambiamento notevole» ha detto Elliot Morley, un parlamentare britannico che ha presieduto il convegno

«Ripartiamo con gli altri paesi gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, introducendo nuove tecnologie non inquinanti» ha detto Paula il J. Dobriansky, sottosegretario del Dipartimento di Stato, che ha anche descritto gli impegni presi dagli Stati Uniti per la riduzione delle emissioni ma non ha mai menzionato il trattato de Kyoto, che gli Stati Uniti hanno rifiutato di firmare da quando sono iniziati i negoziati nel 1997.

L´unica cosa che pare cambiare (almeno per ora!) è il presidente Bush, che ha fatto chiaramente sapere che il suo governo non acconsentirà all´adozione dei tagli delle emissioni richiesti da Kyoto perché è convinto che le limitazioni danneggerebbero l´economia statunitense.

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