[15/02/2007] Parchi

In pericolo le paludi e le torbiere indonesiane, serbatoi naturali di CO2

ROMA. Non sono solo le piantagioni di palma da olio a distruggere l´ambiente dell´Indonesia, una delle cause sarebbe anche la distruzione delle torbiere e delle aree umide delle foreste pluviali del Kalimantan (la parte indonesiana del Borneo) centrale, che così non sequestrano più grandi quantità di gas serra come l´anidride carbonica, e il metano.

Ma il 48% per cento delle foreste paludose dell´Indonesia sono state distrutte per usi agricoli, contribuendo così non solo al cambiamento climatico ma anche a danneggiare la salute delle popolazioni che vivono nelle zone circostanti. Intanto i progetti di recupero delle foreste pluviali incontrano grandi difficoltà e resistenze.

Eliminando gli alberi e "bonificando" le paludi per l´agricoltura, l´Indonesia produce 632 milioni di tonnellate di anidride carbonica l´anno, mentre gli incendi appiccati alle foreste ne liberano le 1miliardo e 400 milioni di tonnellate tonnellate, si pensi solo che l´Olanda, l´ex potenza coloniale che governava le migliaia di isole asiatiche più ancora, produce 80 milioni di tonnellate CO2.

Senza più alberi, gli incendi si estendono più facilmente e durante le precipitazioni stagionali la pioggia scorre veloce, invece che essere assorbita e contenuta dalle torbiere. Intanto sono stati avviati progetti per "reidratare" le zone paludose costruendo piccole dighe per mantenere l´acqua e per permettere agli alberi di ricrescere.

Ma le grandi aree disboscate e bonificate non possono essere più sommerse: per ricreare un equilibrio ecologico e cercare di salvare le paludi indonesiane si deve camminare sul filo sottile della necessità di salvare biodiversità e ambiente e le necessità di sopravvivenza dei poverissimi contadini locali.

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