[13/02/2007] Parchi

Studiando neutrini e galassie si scoprono i capodogli del Mediterraneo

LIVORNO. I Capodogli del Mediterraneo sono centinaia, e non solo poche decine come si credeva. A fare la scoperta è stato l´Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) durante la prima fase dell´esperimento Nemo, che ha messo a disposizione dei biologi del Centro Interdisciplinare di bioacustica e ricerche Ambientali dell´università di Pavia un prototipo di rivelatore collocato a oltre 2000 metri di profondità nel mare al largo di Catania e che serve a verificare la funzionalità della strumentazione che sarà utilizzata per costituire Nemo, un dispositivo per rivelare i neutrini provenienti dall´emisfero sud, dopo che questi hanno attraversato tutta la Terra.

Il Nemo "finale" sarà collocato 80 km al largo della costa siciliana a 3500 metri di profondità e occuperà un volume di 1 chilometro cubo. Intanto i biologi hanno potuto ascoltare a oltre 2mila metri di profondità gli "schiocchi" dei capodogli e di registrare il passaggio di almeno un esemplare ogni due giorni per un periodo di un anno e mezzo, accertando la presenza di centinaia di esemplari. La registrazione con gli idrofoni rappresenta una prima mondiale per la profondità a cui è stata fatta e per la varietà e chiarezza dei suoni registrati. È stato infatti possibile registrare anche le voci dei delfini.

Una nota dell´Infn spiega che Nemo è un progetto dei Laboratori nazionali del Sud « equipaggiato con potenti sensori ottici per la rivelazione delle tenui scie luminose prodotte dai neutrini. Ha iniziato la propria attività nel gennaio del 2005 con la stazione sperimentale Onde (Ocean Noise Detection Experiment), che ha permesso di effettuare il monitoraggio in tempo reale del rumore acustico sottomarino».

Si tratta del prototipo del futuro telescopio sottomarino per neutrini di alta energia « provenienti anche dal centro della nostra galassia e in grado di attraversare tutta la Terra da una parte all´altra. Particelle la cui origine è ancora misteriosa ma che potrebbero portare gli scienziati alle fonti delle altrettanto misteriose emissioni di raggi cosmici di altissima energia. Una volta completo, il telescopio – spiegano all´InFn - sarà costituito da 80 torri ancorate a 3500 metri di profondità, nel mare al largo di Capo Passero in Sicilia. Le torri saranno alte due volte la Tour Eiffel. La scoperta della presenza di molti capodogli nel Mediterraneo è un esempio di come la ricerca di base nella fisica possa avere ricadute importanti per le altre scienze e per la cultura».

Gianni Pavan, ricercatore dell´Università di Pavia, spiega che «dai suoni emessi dai capodogli abbiamo potuto capire che alcuni erano di passaggio, altri invece dialogavano fra loro probabilmente dopo il risveglio Abbiamo calcolato una media dai 3 ai 5 individui ogni due giorni. Questi animali viaggiano a mille metri di profondità per catturare soprattutto i calamari giganti e possono inabissarsi alla velocità di 100 metri al minuto».

Quindi nel Mediterraneo vivono molti più capodogli di quanti si pensasse.
«È una grande, bellissima notizia – commenta Silvio Greco, direttore scientifico dell´Icram - pensavamo che i capodogli fossero stati sterminati dalle spadare, dalle reti pelagiche, e invece ecco che questa ricerca dimostra che per fortuna la loro presenza nel Mediterraneo segna una ripresa significativa».

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