[08/02/2007] Comunicati

Vigni: il Pd deve avere l´ambientalismo nel Dna!

LIVORNO. Questo pomeriggio a Roma sarà presentato il manifesto-appello «Ambiente: nuova frontiera per l’Ulivo-Partito Democratico e per l’Italia», promosso da Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Sergio Gentili, Gianni Mattioli, Ermete Realacci, Edo Ronchi, Massimo Scalia e Fabrizio Vigni, e già sottoscritto da oltre 1000 personalità della politica, delle istituzioni, della cultura, del mondo associazionistico e della società civile. All’assemblea di presentazione parteciperanno Piero Fassino e Francesco Rutelli. Fabrizio Vigni (Nella foto), portavoce di Sinistra Ecologista, è intervenuto stamani sull’Unità con un articolo per spiegare il senso di questo iniziativa.

Il percorso che ha portato al manifesto ha però determinato alcune lacerazioni nel mondo ambientalista storico, come dimostra la scelta di non firmarlo fatta da Fulvia Bandoli e anche da altri. La stessa Bandoli ha scelto di dire no al Partito democratico, firmando la mozione presentata ieri da Fabio Mussi.

Dopo un lungo percorso fatto assieme, dunque, Vigni e Bandoli (ma non solo loro) si dividono e sembrano scegliere di portare avanti la loro battaglia ambientalista attraverso veicoli diversi. Partito democratico da una parte, mozione Mussi dall’altra. Vigni parla di un partito democratico all’interno del quale non si può neanche lontanamente immaginare che si possa eludere la crisi ecologica. Se è così e quindi si è di fronte ad un ambientalismo maturo dove il perno di tutto è la sostenibilità, non è dunque una contraddizione scegliere veicoli diversi? E perché fare un manifesto? Ne abbiamo parlato proprio con il portavoce di Sinistra Ecologista.

«Prima di tutto – comincia Vigni – vorrei che fosse chiara una cosa: Sinistra Ecologista continuerà ad esistere e al suo interno continueremo a lavorare tutti insieme. Tant’è che il 16 e il 17 febbraio faremo un’iniziativa comune per il risparmio energetico alla quale parteciperemo tutti, anche quelli che non hanno firmato questo manifesto».

«Detto questo – prosegue – qui siamo di fronte ad un nuovo partito e allora noi diciamo che non sarà nuovo e non avrà futuro senza una forte impronta ecologista. Il fatto che qualcuno non condivida il manifesto e non lo abbia firmato è perché pone altre ragioni politiche».

Leggendo quello che ha scritto sull’Unità stamani sembra che questa visione del partito democratico con una forte impronta ecologica sia già acquisita. O no?
«Quello che dico e che deve averla nel dna. Questa battaglia del partito democratico è ancora tutta da vincere. Non vogliamo che l’ambiente sia messo da una parte è per questo che abbiamo fatto il manifesto».

Torna all'archivio