[08/02/2007] Parchi

Lula: «Pochi paesi nel mondo hanno l´autorità morale per parlare di disboscamento con il Brasile»

LIVORNO. Il presidente del Brasile, Lula Ignacio da Silva (Nella foto), riscopre la sua anima terzomondista e ci va giù duro: «I paesi ricchi sono molto astuti, approvano protocolli, fanno grandi discorsi sulla necessità di evitare il disboscamento, ma intento deforestano tutto».

L´ex operaio Lula ha proposto ai paesi sviluppati di adottare la ricetta energetica del Brasile: passare ai combustibili del non-fossile, quali etanolo o biodiesel, un settore dove il paese sudamericano è pioniere: è il più grande produttore del mondo di etanolo, derivato dalla canna da zucchero e nei prossimi 4 anni investirà 17,4 miliardo reais (8,3 miliasrdi di dollari) in combustibili rinnovabili. La domanda di etanolo sta portando gli investitori a sostituire, come nel Minas Gerais, le tradizionali piantagioni di caffè con la canna da zucchero.

«Abbiamo bisogno di una campagna differente, non solo di proteggere le piante e gli animali per convincere i paesi ricchi a ridurre le emissioni di gas» ha detto Lula, rispondendo indirettamente ai ministri dell´ambiente si riuniti a Nairobi, per discutere i risultati scientifici sul riscaldamento globale prodotto dai gas serra che porterà ad un sempre più probabile innalzamento dei mari, all´aumento di fenomeni metereologici estremi ed al restringimento delle foreste tropicali come l´Amazzonia.

«Nessun paese sta rivoluzionando la tabella energetica come noi – ribatte Lula - Hanno inventato i cosiddetti crediti del carbonio, ma finora, non ne abbiamo visto un centesimo» ha detto il presidente brasiliano riferendosi alle compensazioni per la conservazione delle foreste carbonio-assorbenti. Il Brasile si fa forte della posizione degli Stati Uniti, che hanno rifiutato di firmare il protocollo di Kyoto, e che sono responsabili di un quarto delle emissioni di anidride carbonica, ma ha anche rifiutato ripetutamente le proposte di controllo internazionale sulla foresta pluviale amazzonica, la più grande risorsa di acqua dolce e biodiversità del mondo. Lula assicura che il Brasile ha ridotto del 52% il disboscamento dell´Amazzonia nel corso degli ultimi tre anni e ha aggiunto polemicamente: «ci sono pochi paesi nel mondo che hanno l´autorità morale per parlare di disboscamento con il Brasile».

Ma forse il capo del Partido dos Trabalhadores non ha letto i dati di molti analisti che attribuiscono ad una diminuzione ciclica nell´agricoltura, e non alle politiche del governo brasiliano, il rallentamento della corsa al disboscamento in Amazzonia. Nonostante questo almeno 13 mila kmq vengono distrutti ogni anno da tagliatori di legname e coltivatori di riso e soia.

Torna all'archivio