[06/02/2007] Parchi

Passaporto genetico per usare le risorse della biodiversità

LIVORNO. Esperti di 25 paesi riuniti a Lima hanno sostenuto una proposta peruviana per realizzare "passaporti" per le risorse genetiche di piante, animali e microrganismi, per riuscire a rintracciare il loro uso fuori dai paesi d´origine.
Lo schema, proposto dal gruppo di esperti della convenzione sulla diversità biologica che si è tenuta a Lima a gennaio, permetterebbe ai paesi di controllare l´utilizzo delle loro risorse genetiche ed ambientali al di fuori dei loro confini.

Il trasferimento internazionale di materiale genetico è diminuito negli ultimi anni per una regolamentazione ritenuta troppo eccessiva, ma la diffidenza è dovuta al vero e proprio saccheggio di biodiversità ed ai brevetti che diverse multinazionali hanno messo sulle risorse genetiche di Paesi in via di sviluppo. Si spera che con il sistema del passaporto si possa contribuire a ricostruire la fiducia, per migliorare l´efficienza e combattere la biopirateria e l´uso commerciale delle risorse biologiche.

Sui "passaporti" dovrebbero essere specificate informazioni come l´origine del materiale animale e vegetale e microrganismi, le caratteristiche e le istituzioni responsabili delle forniture.
150 paesi hanno già firmato la convenzione sulla diversità biologica (Cbd), che prevede che ogni paese ha sovranità sul patrimonio genetico all´interno dei suoi confini. Ma questo accordo è stato spesso violato impunemente. Si spera che la nuova proposta di "passaporto" che verrà presentata nel maggio 2008 al nono congresso del Cbd in Germania permetterà un controllo ed una compartecipazione dei benefici da parte del "proprietario„ originale", ma che sarà anche un modo di poter fornire, senza contrasti e dispute, le "eccedenze" a centri di ricerca o aziende private.

Una soluzione potrebbe essere un contratto fra lo "scopritore" del materiale e gli utenti finali, per la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti (ad esempio sull´uso di una pianta selezionata per gli effetti terapeutici contro determinate malattie) come già contemplato in una proposta di legge della Comunità andina delle nazioni.

Secondo il gruppo di esperti la sfida più grande sarà quella di costruire una mappa delle conoscenze delle Comunità indigene e suggeriscono che i Paesi al alta densità di biodiversità tengano un registro delle conoscenze tradizionali, e dei metodi di coltivazioni tradizionali, così si potrebbero realizzare contratti di cessione che avvantaggino le comunità indigene e non sfruttare semplicemente le loro conoscenze tradizionali.

II "passaporto" verrebbe rilasciato per ogni singola risorsa naturale e sarebbe emesso da un´autorità nazionale (ministero o istituto nazionale del patrimonio genetico) del paese che possiede il patrimonio genetico da utilizzare.

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