[13/02/2006] Parchi

Aviaria, il Wwf critica Storace sull´abbattimento selvaggio

ROMA - Il Wwf invita il ministro Storace a «fare chiarezza su cosa intende nella sua ultima ordinanza aviaria con il concetto “abbattimento” di animali sospetti. Fino ad oggi infatti questo tipo di provvedimento non è mai stato intrapreso per le specie selvatiche, ma solo per quelle domestiche destinate all’alimentazione. Al contrario, tra le cautele intraprese negli altri paesi c’è stato il divieto di caccia nelle grandi aree umide europee, come nel caso del Delta del Danubio.

Chi deve abbattere gli animali sospetti, come e dove? Si tratta di uccidere gli animali una volta riscontrato il virus all’interno dei centri di recupero o si sta parlando di abbattimenti in natura? In quest’ultimo caso il Wwf sarebbe fortemente contrario: non esiste infatti nessun presupposto scientifico.

Gli ambientalisti infatti mettono a disposizione anche gli studi svolti da 12 anni presso le Oasi Wwf di Orbetello e Burano dove «virus influenzali poco patogeni - si legge in uno studio dell´Associazione - isolati dagli uccelli acquatici durante l’azione di sorveglianza nell’area di studio, vengono utilizzati nell’ambito di un progetto comunitario, per allestire e mettere a punto vaccini, pronti per un eventuale impiego durante la prossima pandemia di influenza umana».

Per il Wwf «con abbattimenti incontrollati e improvvisati in natura si rischia di uccidere animali selvatici sani e squilibrare la popolazione selvatica favorendo paradossalmente così la propagazione del virus».

Insomma, un rimedio peggiore del male stesso. Il Wwf ricorda che le aree naturali che ospitano le popolazioni selvatiche nel caso dell’aviaria svolgono una funzione strategica per far sì che il virus si “risolva” all’interno di esse. «Sono una cintura di sicurezza - scrive il Panda - che allontana l’uomo e le specie domestiche dal contatto con gli esemplari potenzialmente malati, sono aree dove svolgere i controlli e il monitoraggio della propagazione del virus».

Ma dall´associazione ambientalista vengono anche alcuni consigli: evitare ogni contatto con specie selvatiche (e di dar da mangiare agli esemplari selvatici che mostrano particolare confidenza con l’uomo.

Il WWF chiede «il rafforzamento di una rete di monitoraggio nazionale composta, in massima parte, da tutti quegli operatori specializzati in fauna selvatica, gli stessi che hanno infatti consentito in questi giorni di segnalare i primi casi di aviaria comparsi in Italia. Alcuni mesi fa il WWF aveva dato la sua disponibilità per collaborare con il Ministero, fornendo l’esperienza creata in 40 anni di gestione di fauna selvatica e aree protette e in oltre 15 Centri recupero specializzati, ma ad oggi non si è avuto nessun riscontro. E certo non è un bel segnale».

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