[02/02/2007] Comunicati

Gli ambientalisti: «Ma le soluzioni ci sono»

ROMA. Per Legambiente i risultati del congresso Ippc di Parigi quarto rapporto Onu sul clima, dimostrano che «il riscaldamento globale è una certezza. E l´uomo ne è la causa principale».

«Com´è giusto per degli scienziati – dice il presidente Roberto Della Seta - i redattori del rapporto i sono andati cauti, ma i dati sono preoccupanti e confermano al di là di ogni ragionevole dubbio la gravità e la vastità del fenomeno dell´aumento delle temperature in corso. Non esistono più margini di dubbio sulle responsabilità umane e la conclusione da trarre è evidente: l´uomo è la causa, e l´uomo la soluzione».

«Il fenomeno in corso secondo l´Ipcc, è al 95% colpa dell´uomo, soprattutto del consumo galoppante di petrolio e combustibili fossili: nessun allarmismo – continua Della Seta – ma un giusto allarme: una consapevolezza che taglia corto, una volta per tutte, con chi cerca ancora di negare l´origine prevalentemente antropica del riscaldamento del pianeta, e richiama invece, con forza, l´uomo alle proprie responsabilità. Solo un´azione urgente immediata e su vasta scala da parte dei governi può evitare conseguenze catastrofiche».

Greenpeace manda a dire ai governi di tutto il mondo che «bisogna agire ora prima che sia troppo tardi, dopo che la comunità scientifica internazionale ha confermato oggi come i cambiamenti climatici siano in forte aumento».

Il responsabile campagna clima ed energia di Greenpeace, Francesco Tedesco, sottolinea: «Non è ancora troppo tardi, ma il tempo per agire si sta riducendo. Se l´ultimo rapporto Ipcc suonava come una sveglia, questo è come una sirena dei pompieri. Sappiamo cosa fare e come: occorre abbattere di oltre la metà le emissioni di gas serra entro il 2050, puntando su efficienza energetica e fonti rinnovabili. Il carbone porterà il pianeta al collasso climatico. In Italia – spiega Tedesco - le politiche messe in atto fino ad ora per abbattere le emissioni di CO2 non sono state efficaci: dal 1990 ad oggi sono aumentate infatti del 13 per cento circa. Occorre agire con determinazione sul fronte dell´efficienza energetica e delle rinnovabili. Spazio per il carbone non c´è».

Concorda Della Seta : «Non è troppo tardi per intervenire. Le soluzioni ci sono, e tutt´altro che futuribili. Sono quelle indicate da tempo dal Protocollo di Kyoto, di cui tra pochi giorni ricorrerà il secondo anniversario dell´entrata in vigore: una via d´uscita praticabile che basterebbe voler percorrere, fatta di risparmio energetico, fonti pulite come il solare e l´eolico, meno trasporto su gomma, ricerca su nuove tecnologie energetiche. Su questa strada l´Italia è più in ritardo di quasi tutti i Paesi europei, sebbene ridurre i consumi di petrolio e carbone sia per noi, che importiamo gran parte dell´energia fossile, un interesse anche economico. Serve uno scatto di reni – conclude il presidente di Legambiente - che veda il governo, la politica, l´economia, la società unirsi in uno sforzo che non è di destra né di sinistra ma rappresenta, oggi, una forma indispensabile di patriottismo».

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