[01/02/2007] Parchi

Lipu: «Ci vuole un piano nazionale antibracconaggio»

PARMA. A caccia chiusa la Lipu fa il triste inventario di una stagione venatoria segnata da inquietanti episodi di bracconaggio: l´uccisione di un´Aquila reale a Lecco; il ritrovamento nel Lazio di un lupo selvatico dilaniato da una tagliola e salvato dal centro Lipu di Roma, ma la Lipu lamenta che fin dalla preapertura della caccia a settembre i suoi 12 centri di recupero fauna selvatica hanno dovuto arginare l´abbattimento di animali protetti come il Biancone, il Falco pescatore, il Falco pellegrino, per un totale di 35 specie protette coinvolte e centinaia di animali ricoverati nei centri Lipu.

«E´ il momento di lanciare un piano nazionale antibracconaggio – dice il presidente della Lipu Giuliano Tallone – che contrasti le attività illegali esercitate contro la fauna, specie nei punti caldi e tristemente noti del nostro territorio, e unisca intorno all´obiettivo di un serio e completo ripristino della legalità ambientale le forze migliori e più responsabili del Paese. Chiediamo dunque ai ministri dell´ambiente e dell´agricoltura, nonché alle regioni e alle province italiane, di promuovere iniziative straordinarie per affrontare con efficacia ancora maggiore il grave fenomeno del bracconaggio. Ma chiediamo anche, a tutti gli attori sociali interessati, di unirsi attorno a quest´obiettivo che è anzitutto di civiltà».

Sulla questione delle deroghe di caccia alle specie protette, sulle quali l´Ue ha avviato una procedura di infrazione contro l´Italia e dodici regioni, la Lipu fa notare che «da situazione eccezionale, attivabile solo in casi speciali e attraverso rigorose procedure, lo strumento delle deroghe è divenuto "una sorta di regime semipermanente di caccia agli uccelli rispetto ai quali la caccia è vietata", secondo le parole della Commissione europea. In altri termini: un trucco per cacciare di più».

Nonostante la minaccia di multe salatissime e di blocco dei fondi per lo sviluppo rurale, la procedura di infrazione non ha ancora ottenuto risposte, «e se è vero che la politica regionale delle deroghe, nel corso della stagione che si chiude, ha registrato una seppure minima frenata – puntualizza la Lipu - la situazione resta fortemente critica. Quello che più colpisce è la convinzione, che appare ormai radicata, che le deroghe siano un "diritto" e una prassi, piuttosto che uno strumento eccezionale. Anche su questo serve dunque una seria assunzione di responsabilità da parte di tutti per evitare non solo le condanne dell´Unione ma anche quel riacutizzarsi del conflitto tra le parti di cui in queste settimane si è già avuto qualche segnale».

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