[01/02/2007] Aria

Climate Saver, multinazionali alleate col Wwf per ridurre la CO2

LIVORNO. Sono 12 le grandi aziende "amiche del clima"´ che hanno aderito insieme al Wwf al progetto Climate Saver per eliminarne 10 milioni di tonnellate all´anno di emissioni di CO2 entro il 2010.

Si tratta di: Johnson & Johnson, IBM, Nike, Polaroid, Collins, Xanterra (Stati Uniti), Sagawa, Sony (Giappone), Lafarge (Francia), Catalyst (Canada), Tetra Pak (Svezia), e Novo Nordisk (Danimarca), in alcuni casi sono di aziende che nel passato non hanno certo avuto rapporti idilliaci con ambientalisti e Ong.

A spiegare il perché è Serge Foucher, vice presidente esecutivo di Sony Europa Gmbh: «Sony partecipa a Climate Saver perché crediamo che sia cruciale mantenere il riscaldamento globale sotto la soglia di pericolo dell´incremento dei 2°C rispetto alla temperatura della superficie della Terra nell´era preindustriale».

James Leape, direttore generale del Wwf internazionale è convinto che «occorre partire da queste analisi e operare una drammatica inversione di tendenza mettendo in atto azioni concrete Climate Saver è rivolto alle grandi aziende che con le loro scelte possono fare la differenza, anche a dispetto di politiche nazionali poco lungimiranti. Se le 1.300 più grandi aziende del mondo entrassero nel programma, avremmo fatti salvi gli obiettivi di Kyoto».

«Climate Saver - dice il Wwf - dimostra come le aziende possano agire responsabilmente a favore del clima e contestualmente cogliere importanti opportunità di sviluppo: la lotta al cambiamento climatico, in altre parole, si traduce per un´impresa in innovazione, competitività, ottime performance economiche».

Il più inaspettato alleato del Wwf in questa campagna è forse Bruno Lafont, direttore generale di Lafarge, il più grande produttore di cemento al mondo: «Eravamo ottimisti circa la riduzione delle nostre emissioni fin dall´inizio, ma Climate Saver ha innescato un processo d´innovazione che non ci aspettavamo».

Aderisce anche la multinazionale dell´abbigliamento Nike, premiata per aver raggiunto il suo obiettivo di riduzione della CO2, ma spesso nel mirino dei no-global per le condizioni di lavoro nelle sue fabbriche nei paesi del terzo mondo; per Sarah Severn, direttore Corporate responsibility horizons della Nike: «i vincoli possono indurre ad un´ innovazione incredibile, abbiamo avuto grandi risultati in termini di efficienza e i prossimi passi prevedono partnership con fornitori che possano ulteriormente contribuire a ridurre la nostra impronta sul clima. In 7 anni, aderendo al Programma Climate Saver la Nike ha ridotto le sue emissioni di CO2 del 13%».

Ma in Italia nessuna grande industria ha aderito a Climate Saver, nato nel 2000 e che è attivo in 35 Paesi del Mondo. Il Wwf spera che qualcuno apra la strada e rivolge un appello a Confindustria: «tutti i comparti industriali, da quelli a forte impatto come il cementiero o il metallurgico e l´automobilistico, ma anche il manifatturiero, l´alimentare, quello dell´abbigliamento -settori nei quali siamo protagonisti in Italia e nel mondo - possono farsi portatori di una nuova cultura d´impresa scegliendo di orientare le proprie scelte industriali verso le Emissioni Zero (prima di tutto di CO2, l´anidride carbonica): possono, perché no, immaginare di precorrere i tempi della politica come accaduto negli Stati Uniti dove la General Electric o l´Alcoa, per esempio, hanno deciso di ridurre le loro emissioni di CO2 nonostante la politica di chiusura verso il Protocollo di Kyoto dell´amministrazione Bush».

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