[01/02/2007] Rifiuti

Diporto, tutto l´olio che finisce in mare

CARRARA. Si apre oggi a CarraraFiere la quinta edizione del Seatec, il salone delle tecnologie e forniture per la cantieristica navale e da diporto, ad inaugurala è stato l´assessore alle attività produttive della regione Toscana Ambrogio Brenna inaugura. Quella del 2007 é un´edizione record con 631 marchi presenti fra i quali 184 stranieri e numerose novità, come l´assegnazione del "Millennium yacht design award" ai progettisti delle barche più innovative.

Al Seatec è presente anche e la Mecoil di Firenze, specializzata in diagnosi meccaniche e analisi degli oli lubrificanti, che ha presentato un interessante contributo su l ubrificazione e diporto.

Ne parliamo con Popi Adriani, uno dei responsabili della Mecoil.

Voi dite che ogni anno in Europa vengono vendute oltre 5 milioni di tonnellate di lubrificanti, forse il 50% di questo viene riciclato o smaltito attraverso il recupero degli oli usati , gli altri 2 milioni e mezzo di tonnellate dove vanno a finire?
«Alcuni dei volumi "scomparsi" sono necessariamente a perdere, per la loro tipicità di impiego – spiega Adriani - Ma molti altri prendono vie non istituzionali, e versati nel terreno o direttamente nelle fogne, attraverso le falde ed i corsi d´acqua giungono prima o poi al mare. Pochi centimetri cubi di olio lubrificante sono sufficienti a ricoprire centinaia di metri quadri di superficie, intossicando la fauna e la flora con gli additivi disciolti, ed impedendo il normale scambio dell´ossigeno. Una maggiore coscienza da parte di chi naviga nel trattare tali prodotti è oggi una vera e propria necessità. La sostituzione prematura di olio e filtri è un aggravio di costi gestionali non motivato ed espone ad un rischio di sversamenti di idrocarburi che arrecano gravi danni all´ambiente».

E come si può fare?
«Basta controllate le perdite sia di carburanti che di lubrificanti in sentina, individuandone la provenienza; la sicurezza in navigazione e la prevenzione del danno meccanico passano anche attraverso piccole operazioni di manutenzione preventiva, come la verifica periodica delle guarnizioni e delle tenute. Un trafilaggio indesiderato è sintomo di trascuratezza ed è una via di ingresso a ritroso di acqua o polveri abrasive. Il lavaggio della sentina con solventi è un modo per tacitare la propria coscienza, allontanando "l´impiccio" in maniera elegante, inglobando le sostanze di per sé tossiche con altri prodotti altrettanto dannosi, senza risolvere alla fonte il problema».

Quindi è solo un problema di manutenzione e controllo?
«No, anche di risparmio e tutela ambientale. In condizioni di impiego standard il sistema olio/filtri di un motore diesel per diporto è in grado di operare con tutta tranquillità per circa 200 ore. Resiste ancora l´abitudine, retaggio di tempi passati quando sia i lubrificanti che i motori non raggiungevano le prestazioni odierne, di sostituire con cadenze stagionali l´olio, senza prestare attenzione al fatto che molto spesso si sono effettuate non più di 50ore di navigazione! Magari – conclude Adriani - sarebbe più opportuno conservare tal quale la carica, ancora integra, per l´anno successivo, controllando con una semplice analisi le condizioni operative del proprio motore».

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