[13/02/2006] Rifiuti

Scheggi: «Syndial poco limpida sulla procedura di gara»

Il presidente della Provincia di Grosseto Lio Scheggi torna a parlare della questione-cogeneratore, rispondendo all’interrogazione del consigliere Mengoni, mossa secondo Scheggi da preoccupazioni condivisibili.
Dopo aver evidenziato la mancanza di comunicazioni ufficiali da parte di Sydial, il presidente della Provincia afferma che «i contenuti del bando a suo tempo emanato da Eni consentono tutto e il contrario di tutto, ma ciò non impedisce di sottolineare che in una gara pubblica i rapporti personali non solo non potrebero essere alla base di un’aggiudicazione, ma rappresenterebbero una forzatura illegittima della procedura».

E’ comunque indispensabile per Scheggi che Syndial «informi adeguatamente il Comune di Scarlino - sede dell’impianto - i lavoratori ed i Sindacati che li rappresentano, la stessa Provincia, in primo luogo sul piano industriale.
Uno degli elementi di maggiore preoccupazione infatti, continua a rimanere quello delle bonifiche dei terreni e della falda idrica su cui insiste l’impianto».

La preoccupazione della Provincia quindi c´è visto che «non si comprende fino a dove le bonifiche siano a carico di Syndial e fin dove a Italian Green Energy. Un fatto è comunque certo: né il Comune, né la Provincia, su questo punto hanno intenzione di fare sconti a chicchessia. Chi ha inquinato (o chi per esso) deve pagare!».

Quanto all’inserimento dei siti inquinati dell’area delle Colline metallifere nel Piano nazionale delle bonifiche, «la Provincia ha sollecitato più volte il governo – continua Lio Scheggi - sia direttamente che insieme ai Comuni e alla Regione Toscana. Anche recentemente con il presidente Martini e l’assessore Artusa, la Provincia ha riproposto l’apertura del confronto ad Eni e Governo».

Infine, rispetto alla questione del Cdr che Mengoni ha sollevato, Lio Scheggi ricorda semplicemente «che il Piano provinciale dei rifiuti non prevede l’utilizzo del cogeneratore di Scarlino, e che il Piano industriale dell’Ato 9 ha previsto una tariffa che tende all’equilibrio di costi e ricavi, prescindendo dallo smaltimento in quell’impianto.
Dispiace che - rispetto alle legittime preoccupazioni sollevate da Mengoni - la maggioranza governativa cui fa riferimento stia operando per delegare completamente ai privati la gestione del ciclo dei rifiuti, esautorando di fatto il ruolo del sistema istituzionale».

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