[31/01/2007] Aria

Emissioni di CO2, l´auto del popolo sgassa sull´ambiente

LIVORNO. Il Sole24ore lo chiama ‘screzio’, ma forse è qualcosa di più. Lo scontro in atto tra il cancelliere federale della Germania, Angela Merkel, e l’Unione europea sulla proposta di introdurre un tetto unico alle emissioni di C02 della automobili europee, solleva questioni ancora una volta legate al rapporto ormai ineludibile tra economia e ecologia e, in questo caso più che mai, politica. Inoltre pone alcune questioni – quale ad esempio se effettivamente le misure che si pensa di adottare per l’abbattimento delle emissioni siano o no efficaci – alle quali si deve dare una risposta certa, onde evitare di discutere 8 e investire soldi) sostanzialmente sul nulla.

La posizione del cancelliere tedesco è, per certi versi, comprensibile (anche se non condivisibile). Si tratta di un leader politico che vuole difendere gli interessi della propria industria nazionale che chiede a gran voce limiti diversificati a seconda della cilindrata per non avere ripercussioni negative sulle vendite. Altrettanto comprensibile e condivisibile, però, è la posizione dell’Ue che vuole mettere un limite di emissioni per qualunque tipo di auto pari a 120 g/km (entro il 2012), anche perché non si capisce che senso abbia ‘non penalizzare’ come chiede la Merkel, ‘le vetture della fascia alta del mercato’. Della serie che se hai un’auto di grossa cilindrata, tipo Porche, puoi permetterti di inquinare quando vuoi.

Normale, dunque, che un leader politico difenda l’industria della sua nazione, ma può dirsi giusto quando c’è in gioco la salute pubblica? Tra l’altro a chiedere alla Merkel di battagliare contro questa che, lo ricordiamo, è solo una proposta e per il 2012, ci sono marche automobilistiche come Ford, Opel e Volkswagen (che in tedesco significa macchina del popolo, ndr) che non hanno solo la gamma alta, ma anche le utilitarie. Ma ci sarebbe da aprire anche una discussione sulle dimensioni e sulle cilindrate e sui consumi delle auto di grossa cilindrata che invece non è al momento materia di discussione a livello comunitario (mentre in Italia sì).

Parimenti bisogna che si faccia chiarezza su come si intende l’abbattimento di emissioni. Partendo dalla legge sulla conservazione della materia, se per mitigare le emissioni si intende applicare filtri antiparticolato ai motori diesel sappiamo bene (vedere i pezzi che greenreport ha fatto sulla materia) che non mancano gli interrogativi. Dove vanno a finire, infatti, le polveri che non vengono immesse nell’aria? Se vengono messe, per fare un esempio, in una sorta di sacchetto-recipiente, come vengono smaltite? E ancora, se i filtri, come dice il Stefano Montanari, non filtrano ma sgretolano, cioé sminuzzano ulteriormente le particelle, siamo sicuri che in ciò non vi siano controindicazioni? E’ solo una parte del problema, ma non sarebbe male se venisse affrontata e chiarita.

Come è tutta da verificare, tornando allo ‘screzio’ Germania-Ue, se la competitività viene davvero messa in discussione se legata ad un brand ambientale. Perché ad esempio la Toyota, senza incentivazioni e obblighi di legge, ha comunque messo sul mercato la Prius che va a benzina e a elettricità lanciandosi quindi in questo segmento del mercato? Chiudiamo con una nota positiva, al di là di tutto la Fiat è segnalata come la casa automobilistica più virtuosa dal punto di vista delle emissioni di C02.

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