[30/01/2007] Consumo

Biologico, Boco: «Comunicazione istituzionale per far conoscere i valori del mangiar sano»

BOLOGNA. «Sul biologico è necessaria una comunicazione istituzionale per far conoscere i valori positivi del consumo di questi prodotti, anche con un’azione pedagogica che insegni ai giovani a mangiare in modo sano ed equilibrato». Parola di Stefano Boco, sottosegretario al ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, durante il talk show “BioBenessere” tenutosi a Roma e promosso da Pro.B.E.R. (Associazione dei Produttori Biologici e Biodinamici dell’Emilia-Romagna), insieme ad Unione Europea ed Agea.

Ciò che sostiene Boco è condivisibile non solo nel metodo (comunicazione istituzionale), ma anche nel merito (far conoscere i valori positivi del consumo di questi prodotti). Come greenreport ha scritto qualche settimana fa, infatti, per mettere in discussione i benefici del biologico si è scomodato un ministro inglese e precisamente David Miliband, quello dell’industria e dell’ambiente. Miliband aveva dichiarato che «non esistono prove che il cibo biologico sia migliore di quello tradizionale», aggiungendo poi che «questa produzione costituisce soltanto il 4 per cento di quella nazionale, non il 40 e io non me la sento di affermare che il restante 96 per cento dei nostri prodotti è inferiore soltanto perché non è biologico».

Boco ha sottolineato che «al trend di crescita registrato dall’agricoltura biologica in Italia (+21% gli operatori e +11% la superficie coltivata), si è aggiunto negli ultimi anni il sensibile incremento dell’uso dei prodotti biologici nella ristorazione scolastica» ricordando che «a livello comunitario l’Italia deve contrastare con una decisa azione politica la proposta di tollerare la presenza dello 0,9% di OGM nei prodotti biologici».

Alimentarsi con prodotti biologici significa attuare una scelta importante per la prevenzione ed il controllo delle malattie cardiovascolari e cronico-degenerative. Ma i plus nutrizionali e salutistici dell’alimentazione biologica (sicura, senza residui chimici e rispettosa dell’ambiente e degli animali), devono essere comunicati più efficacemente al consumatore per dar luogo a nuovi modelli di consumo, in tutte le fasi della vita, orientati alla qualità sia per i pasti in casa che per la ristorazione collettiva pubblica.

Il talk show “BioBenessere” ha poi coinvolto il mondo medico-scientifico, esperti nutrizionisti e le istituzioni (Regioni, Comuni, Asl e strutture ospedaliere) per analizzare la relazione tra cibo, salute ed ambiente, in riferimento alla prevenzione e allo sviluppo sostenibile.

Dopo gli studi sulla qualità nutrizionale dei prodotti da agricoltura biologica, attestanti la maggiore concentrazione di sostanze ad azione antiossidante che prevengono i problemi di patologie legate alla moderna civiltà (Giovanni Quaglia, Università della Tuscia-Viterbo), Enrico Finotti e Flavio Paoletti, ricercatori presso l’Unità Tecnologie Alimentari Speciali Inran, hanno esaminato gli elementi determinanti la qualità del prodotto biologico, rispetto a quello da agricoltura tradizionale, per la maggiore concentrazione di polifenoli.
Antonino De Lorenzo e Laura di Renzo – rispettivamente responsabile e coordinatore scientifico del progetto Sabio “Nutrire per Prevenire”, condotto dall’Università di Tor Vergata-Roma – hanno reso noto i risultati della ricerca che evidenza la riduzione dei mediatori dell’infiammazione e l’aumento della capacità totale antiossidante ematica in soggetti alimentati con prodotti provenienti da agricoltura biologica.

«Questo è un elemento saliente – hanno rilevato – per prevenire le malattie cardiovascolari e cronico-degenerative che, con sempre maggiore frequenza, colpiscono la popolazione”. “D’altronde – ha evidenziato De Lorenzo – la dieta mediterranea, che rappresenta il meglio in fatto di alimentazione sana ed equilibrata, era in origine una dieta composta da prodotti biologici, cioè una dieta biomediterranea».

Ma un’efficace prevenzione sulle nuove generazioni deve prevedere l’alimentazione biologica fin dal divezzamento ed in seguito nell’età pre-scolare e scolare.
«L’esperienza clinica con divezzamento biologico – ha rilevato Guido E. Moro, primario di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Macedonio Melloni di Milano – ha confermato che gli alimenti biologici sono più sicuri e meglio tollerati dai bambini e che mangiare biologico nei primi due anni di vita aiuta a prevenire le malattie dell’età adulta».

«Il pasto biologico nell’infanzia deve essere sempre più una consuetudine sia a casa che a scuola – ha sottolineato Luciano Proietti, pediatra – per contrastare il fenomeno dell’obesità tramite l’educazione ad una corretta e sana alimentazione che deve svilupparsi proprio in ambito scolastico per creare i consumatori di domani».

(Nella foto: un momento del talkshow)

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