[30/01/2007] Rifiuti

Grillo: «Parte dell´Ulivo non voterà l´emendamento sui Cip 6». Pecoraro Scanio: «Rispetto delle norme europee e del programma»

LIVORNO. Beppe Grillo (Nella foto) sul suo blog parte all´attacco sui Cip6: «I politici promotori di tumori, nanopolveri e diossine e profitti in Borsa con i soldi delle nostre bollette dell´Enel ci riprovano – scrive il comico ambientalista - Mi è arrivata una vocina: una parte dei nostri dipendenti dell´ Ulivo non voterà (insieme ai sodali di An e Forza Italia) l´emendamento del governo Prodi che: - per rispetto delle leggi dell´Unione Europea (2001/77/CE sulle fonti rinnovabili e le norme che vietano aiuti impropri di Stato), - per rispetto della salute dei cittadini che inalerebbero diossine e nanopolveri cancerogene, elimina i finanziamenti a inceneritori e fonti assimilate (carbone, raffinerie di scarti petroliferi) per impianti non ancora costruiti, ma che hanno "autorizzazioni" sulla carta concesse entro il 31 dicembre 2006».

Grillo fa l´elenco delle «nuove camere a gas autorizzate entro il dicembre 2006»: l´inceneritore di Torino, il gassificatore di Malagrotta (Roma), nuove linee a Brescia e il forno di Acerra e bastona «il presidente margheritino della Provincia di Torino Saitta. Il parcheggiatore diossino-diessino Chiamparino» colpevoli di fare «patetici appelli alla destra» e di non dire «una parola sulle alternative possibili agli inceneritori e il dimezzamento delle discariche grazie a sistemi integrati di riduzione alla fonte, raccolta porta a porta con tariffa puntuale, compostaggio e trattamento biologico a "freddo"».

Poi invita i cittadini ad inviare e-mail alla Camera ed al governo con su scritto: «Basta con la truffa contro le leggi Ue dei sussidi all´incenerimento e fonti assimilate, no a deroghe speciali per gli impianti inesistenti di Torino, Roma-Malagrotta, nuove linee di Brescia e forno di Acerra» ed a firmare la petizione on-line alla Commissione Ue ed al Governo italiano per l´abolizione dei finanziamenti agli inceneritori e alle fonti assimilate (raffinerie, centrali a carbone, etc) che ha già raccolto 26.000 firme-
«Avverto gli eventuali piromani – scrive Beppe Grillo - che pubblicherò nomi-cognomi-email dei dipendenti di Camera e Senato che voteranno contro l´emendamento se non venisse approvato.
In caso di future sanzioni da parte dell´Unione Europea per gli impianti in deroga li riterrò legalmente responsabili per risarcimenti finanziari e per eventuali danni di natura sanitaria ed ambientale, sino alla valutazione dell´omicidio colposo».

Sulla questione interviene direttamente (e chiarisce un po´ meglio il contesto) il ministro dell´ambiente: «Voglio rispondere alle preoccupazioni espresse da Beppe Grillo sulla questione dei Cip6 – dice Pecoraro Scanio - La Direttiva europea del 2001 definiva a quali fonti rinnovabili potessero essere concessi gli incentivi e tra queste non figuravano le cosiddette ´fonti assimilate´. Io sono semplicemente per il ripristino della legalità. Del resto era stato già ammesso il fatto che nel maxiemendamento alla Finanziaria la modifica della norma sui Cip 6 conteneva un grave errore materiale e che, quindi, andava corretta secondo gli accordi già presi in Commissione al Senato, finalizzati a sanare l´assurdo sistema di finanziamenti impropri a fonti non rinnovabili. Questo impegno era stato poi ribadito in sede di Consiglio dei Ministri del 27 dicembre 2006. Ho fatto appello a tutte le forze dell´Unione affinché sia approvato l´emendamento (del governo e dei Verdi) che ripristina il testo concordato al Senato».

Ma anche il ministro sembra avere qualche timore politico-istituzionale: «Nelle ultime ore alcune agenzie di stampa stanno battendo l´indiscrezione secondo cui gli uffici della Presidenza della Camera si appresterebbero a dichiarare l´inammissibilità, per estraneità della materia, dell´emendamento che, peraltro, era già stato riformulato e dichiarato ammissibile in Commissione.

Del resto sarebbe incomprensibile un´eventuale inammissibilità, dal momento che l´emendamento è stato presentato al decreto che recita "disposizioni urgenti per il recepimento di direttive comunitarie e adeguamento a decisioni in ambito comunitario" e questo è esattamente quanto dobbiamo fare! Anche perché – ricorda Pecoraro - i Cip6 sono costate all´Italia già due procedimenti di infrazione con conseguente messa in mora per l´errata applicazione della Direttiva del 2001. Voglio confermare che insisterò caparbiamente per ottenere il rispetto delle norme europee, dei consumatori e del programma dell´Unione».

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