[29/01/2007] Comunicati

Peseta dà i numeri sulle coste europee in pericolo

ROMA. Il progetto dell´Ue "Peseta" mira a migliorare le conoscenze e le proiezioni economiche, anche settoriali, di fronte ai mutamenti climatici ed a fornire valutazioni e cifre degli impatti attesi in Europa.

Questa massa di dati viene messa a disposizione dei decisori politici per perfezionare i metodi di intervento e le conoscenze degli impatti fisici dei cambiamenti climatici.

Il valore aggiunto del progetto "Peseta" è principalmente quello della condivisione della sintesi degli studi di impatto settoriale attualmente disponibili in Europa, riuniti in un quadro climatico e socio-economico coerente, ma anche la creazione di banche dati, relazioni statistiche e sui metodi quantitativi delle differenti valutazioni settoriali. "Peseta" comprende 5 categorie di impatto: domanda energetica; salute umana; agricoltura; turismo; sistemi costieri.

E proprio dei dati preoccupanti resi noti da "Peseta" sulla fascia costiera, per il periodo 2011-2040 e 2071-2100, si sta discutendo in questi giorni a Bruxelles.

In mancanza di rapidi interventi, anche nel caso dello scenario meno impattante, nel 2020 l´Ue si potrebbe trovare a pagare danni socioeconomici nelle aree costiere per 4,4 miliardi di euro all´anno, che salirebbero a 9,3 nel 2080. Senza intervento alcuno i danni ammonterebbero a 5,9 miliardi annui nel 2020 e a 42,5 miliardi nel 2080. I due scenari di riferimento sono quelli dello Special report on emissions dell´Ipcc, di cui Greenreport ha già parlato.

Nello scenario A2, le emissioni di gas serra aumentano e la CO2 è tre volte di più rispetto all´epoca pre-industriale, il mare sale tra gli 0,22 e gli 0,96 metri.

Nello scenario B2 la CO2 è "solo" il doppio e il mare sale di tra gli 0,17 ed 0,74 metri nel 2100, oppure di nella peggiore delle ipotesi.

L´impatto sulle coste europee sarebbe tremendo ed anche misure di adattamento ridurrebbero i danni dal 7 al 50% nel breve periodo e del 70% nel lungo periodo. Ma nello scenario B2 con azioni immediate di protezione delle coste per 1,3 miliardi di euro l´anno i danni ammonterebbero a solo 1 miliardo per il 2020 ed a 0,9 nel 2080.
Nello scenario A2 con una forte crescita del livello marino, per prevenire una vera e propria catastrofe costiera diffusa, si dovrebbero spendere 4 miliardi ogni anno entro il 2020. Così l´impatto sarebbe di 1,4 miliardi di danni, con costi per 5,4 miliardi di euro. Nel 2080 invece, sarebbero necessari 9,3 miliardi di euro l´anno di adattamento, con danni per 1,8 miliardi di euro ed un costo di 11,1 miliardi annui. Molto meno dei 42,5 previsti senza una gestione delle coste adeguata di fronte al cambiamento clima.

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