[29/01/2007] Energia

Olt e Santuario dei cetacei. Area marina industriale o area marina protetta?

Ringrazio greenreport per aver dato spazio al nostro rapporto sulla complicata vicenda del Santuario dei cetacei e del rigassificatore Olt. Ringrazio anche il Prof. Moschini che, sempre dalle ospitali colonne (virtuali) di Greenreport, ha voluto commentare il nostro intervento. Del suo commento, vorrei qui – se permettete – trattare.

Il prof. Moschini ha colto correttamente nell´intervento di Greenpeace una iniziativa che mira a rivitalizzare l´agonizzante Santuario dei cetacei. Mi pare che quanto Greenpeace ha detto al riguardo, nel corso della Conferenza Stampa di venerdì, non possa generare equivoci: avrò il piacere di ripetermi a Livorno il prossimo 31 gennaio, con una serata organizzata al Centro Artistico "Il Grattacielo" (via del Platano 6, ore 21,15) con l´aiuto degli amici del Comitato contro il rigassificatore. In breve: oggi il Santuario è un parco di carta, una finzione e nemmeno a costo zero.

Il Prof. Moschini, giustamente credo, rileva che dal punto di vista tecnico l´analisi di Greenpeace sugli impatti segnala problemi in gran parte noti (cloro, rumore, sedimenti contaminati, dispersione degli scarichi, trapianto della posidonia). Sono tuttavia sorpreso dal verificare che il professore non coglie l´aspetto legato al "vulnus" costituito dalla creazione della prima Area marina industriale (Ami), peraltro in assenza di norme adeguate a regolamentarne le emissioni. Ed è ovviamente grave che l´Ami sia stata "inventata" proprio dentro un´Area marina protetta (Amp), sia pur fasulla, qual è il Santuario (ma vi prego di cercare la mappa delle Amp sul sito web del ministero dell´ambiente - www.minambiente.it/st/Ministero.aspx?doc=pubblico/difesamare/areemarine/istituite.xml - il Santuario li c´è, e come fa comodo aggiungerlo alla superficie di mare protetto dall´Italia…).

Il Prof. Moschini è un esperto di Federparchi: dubito che sarebbe così contento di vedersi piazzare entro il perimetro di uno dei"suoi" (nostri, ovviamente) Parchi una raffineria, un cementificio o… un rigassificatore. Credo che, semplicemente, non lo considererebbe "compatibile" con la logica, la cultura e la disciplina giuridica dei Parchi. E noi con lui.

Col rigassificatore Olt (ma, è bene chiarirlo, varrebbe anche per una fonderia, un petrolchimico, una fabbrica di gelati…) si piazza in mezzo al mare e per di più in un´Area a protezione speciale del Protocollo sulle aree protette della Convenzione di Barcellona (che a regola dovrebbe proteggere il Mediterraneo), né più né meno che un´industria. Niente precedenti (se non il bando alle navi inceneritori della Convenzione di Londra: mi permetterete di ricordare che anche su quella cosetta qualcosa Greenpeace ha fatto), niente leggi sulle emissioni, niente controlli, niente sanzioni. D´altra parte, oggi che sanzioni ci sono se qualcuno viola qualche norma ambientale nel Santuario? Sono forse diverse da quelle eventualmente applicate fuori dal Santuario? E le norme di tutela dentro il Santuario, sono diverse da quelle fuori dal Santuario?

Il Prof. Moschini ci invita a far funzionare il Santuario per poter controllare (eventualmente si realizzasse) il rigassificatore. La nostra opinione è che, se si dovesse realizzare il rigassificatore, il Santuario sarebbe "morto sul colpo". Oggi il Santuario è solo uno specchietto per le allodole (i turisti): con la prima Ami del mondo, diverrebbe un cadavere puzzolente. Neanche Greenpeace potrebbe difendere una porcheria del genere.

Sono certo che con il Prof. Moschini, di cui abbiamo un´ottima stima, avremo modo di discutere di questi argomenti, ma credo che essi possono essere di un qualche interesse pubblico e per questo affido questa mia nota.

*Responsabile campagna mare Greenpeace Italia

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