[26/01/2007] Rifiuti

Il Wwf brinda ai 20 anni di sodalizio con la magistratura

ROMA. Il presidente del Wwf Italia, Fulco Pratesi, ha scritto al ministro della giustizia, Clemente Mastella e alle alte cariche della magistratura in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario e a vent’anni dal riconoscimento dei poteri di denuncia per fatti lesivi di beni ambientali.

L’associazione ambientalsita desidera evidenziare l’importanza del percorso condotto fianco a fianco negli ultimi due decenni dalla magistratura e dalle associazioni ambientaliste per la tutela del nostro territorio, percorso sconosciuto ai più e certamente sottovalutato nella sua portata e nei risultati che insieme sono stati raggiunti.

«Il numero delle violazioni in materia di tutela dell’ambiente e del territorio – scrive Fulco Pratesi - è altissimo e molto spesso si tratta di violazioni che vanno ad incidere anche sulla tutela alla salute e la sicurezza sul lavoro».

Il 2006 ha rappresentato anche una tappa particolarmente significativa poiché per il Wwf Italia segna i 20 anni esatti in cui l’attività in sede giudiziaria delle associazioni ambientaliste riconosciute ha trovato un definitivo riconoscimento nella normativa italiana. Dall’ 1986 ad oggi sono stati fatti grandi passi avanti, fino alla dichiarazione del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino, lo scorso 24 novembre quando ha affermato come «i crimini ambientali sono crimini contro l’umanità».

«Nel corso degli anni il Wwf ha cercato di offrire – sottolinea Pratesi - un crescente contributo impegnando notevoli risorse sempre con l’evidente scopo di una più piena tutela degli interessi ambientali diffusi da considerare come valore costituzionale trasversale di rango primario. Abbiamo sinceramente apprezzato il momento di riflessione dedicato ai reati in materia ambientale ed alle violazioni edilizie ed urbanistiche nelle relazioni inaugurali degli ultimi anni giudiziari a conferma della rilevanza che hanno assunto tali violazioni nello scenario della criminalità nazionale».

Il Panda esprime infine il proprio auspicio affinché nel nuovo anno possano essere adottate precise strategie di prevenzione. «La giustizia infatti spesso si scontra – conclude Pratesi- con dei costi per l’accertamento della verità a cui sempre più frequentemente non riesce a fare fronte e ripristinare e rimuovere i danni causati da reati ambientali e violazioni urbanistiche è difficilissimo se non impossibile».

L’iniziativa del Wwf è condivisibile, ma manca completamente di ricordare un aspetto che greenreport ha tante volte sollevato e che è centrale rispetto al rapporto ambiente e magistratura. I controlli, infatti, sono doverosi e indispensabili, ma quasi sempre mirati alle imprese che trattano-recuperano e smaltiscono i rifiuti, e tralasciano completamente le imprese produttrici.

E’ giusto inoltre applaudire agli encomiabili sforzi dei Noe e dei magistrati, ma sarebbe altrettanto giusto porsi almeno il problema della drammatica insufficienza infrastrutturale, ovvero un’impiantistica che per gli speciali copre appena il 30% della produzione calcolata. Senza dimenticare che la situazione di incertezza giuridica in cui ci troviamo in Italia a causa della vicenda Testo Unico dell’ambiente - le cui correzioni sono annunciate da tempo, ma ancora non sono state portate a conclusione - rendono il quadro normativo assai difficilmente rispettabile anche da chi vuole farlo in modo rigoroso.

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