[23/01/2007] Trasporti

Disastro della Manica. Pecoraro Scanio: «Procura europea sui temi dell´ambiente»

LIVORNO. Il disastro della portacontainer "Napoli" ha scatenato una sequela di dichiarazioni e proposte.

Greenpeace mette in risalto il legame tra disastri come questo e il cambiamento climatico che sarebbe la causa della tempesta Kyrill la più devastante che si ricordi nel Nord Europa, i fenomeni metereologici estremi aumentato il pericolo nel Nord Atlantico: le perdite economiche dovute a tempeste invernali sono di 2,6 miliardi di euro solo in Europa e tra 80 anni si stima possano arrivare a 3,5 miliardi.

Greenpeace sottolinea anche la pericolosità del Canale della Manica: «è uno degli stretti più pericolosi dove si sono verificati numerosi incidenti, dalla "Torrey Canyon" (1967) alla "Amoco Cadiz" (1978)», eppure proprio nella Manica il traffico è regolamentato severamente per evitare collisioni tra le navi.

«Oggi le vecchie regole non bastano più – spiega Alessandro Giannì, responsabile della campagna mare di Greenpeace - Occorre avere il coraggio di chiudere alla navigazione gli stretti quando necessario per prevenire incidenti come questi».

Anche il ministro dell´ambiente Alfonso Pecoraro Scanio è preoccupato e si appella direttamente all´Unione Europea: «ho chiesto al commissario europeo Dimas che nasca una procura europea sui temi dell´ambiente così come c´e´ Eurojust contro i terroristi e le mafie. I criminali ambientali devono essere trattati con la stessa durezza con cui trattiamo i terroristi e i mafiosi, perché affondare delle navi piene di rifiuti tossici, come e´ accaduto in alcune situazioni o mettere a rischio con carrette i nostri mari e´ un delitto quanto quello terroristico». E la Verde Grazia Francescato applaude prontamente l´idea del ministro: «é una ottima proposta, una opportunità enorme per tutelare l´ambiente. Gli ambientalisti da anni martellano governi e parlamenti per introdurre nel codice penale i reati ambientali, che devono essere trattati alla stregua dei reati commessi da terroristi e dalle mafie. Spero che la proposta del ministro dell´ambiente trovi da subito porte aperte in sede europea»

Ma Greenpeace ricorda anche una cosa troppo spesso ignorata: g li incidenti delle petroliere e delle altre navi «sono l´aspetto più visibile del problema dell´inquinamento marino, ma la quantità di sostanze inquinanti che finisce in mare a causa degli sversamenti di petrolio è minima rispetto a quella causata da altre fonti».

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