[10/02/2006] Rifiuti

Il Consiglio dei ministri ha licenziato la legge delega sull´ambiente

ROMA. La legge delega sull’ambiente ha superato il suo ultimo passaggio: il Consiglio dei Ministri ha dato il «via libera» definitivo al decreto legislativo che riordina la materia ambientale. «Una riforma attesa da molti anni», è il commento del ministro dell’ambiente, Altero Matteoli (nella foto). Sei i settori chiave riordinati: rifiuti e bonifiche, acqua, difesa del suolo, inquinamento atmosferico, procedure ambientali e danno ambientale. Tra le novità della versione finale del testo unico, il rafforzamento della clausola sociale per tutelare i lavoratori dei servizi idrici e del settore dell’igiene urbana e una politica incentivante per le energie rinnovabili.
Il mondo degli ambientalisti, frattanto, è già in rivolta. «Auspichiamo che le Regioni facciano subito ricorso alla Corte Costituzionale. Ci costituiremo ad adiuvandum», dice il presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta. «Questo codice dell’ambiente, fortemente voluto dal ministro Matteoli e dal suo capo di gabinetto, è un’operazione scandalosa, nella forma e nella sostanza – prosegue Della Seta – la conferenza unificata Stato-Regioni aveva espresso parere contrario ma il suo giudizio è stato ignorato, nonostante le materie in questione siano fondamentali per il governo del territorio. Il fatto è grave e mina le stessa legittimità costituzionale del provvedimento».
«Questo nuovo codice – conclude il presidente di Legambiente – è addirittura pericoloso per l’ambiente. Senza semplificare minimamente le procedure, smantella norme avanzate in materia di rifiuti, acque, dissesto idrogeologico, danno ambientale, Via, Vas e inquinamento dell’aria».

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