[22/01/2007] Comunicati

Ferrante da Nairobi: «Qui c´è un nesso evidente tra questioni ambientali e ingiustizia sociale»

NAIROBI. Intercettato a Doha, sulla strada di ritorno da Nairobi, Francesco Ferrante, direttore di Legambiente che ha partecipato ad alcuni degli appuntamenti previsti dal copioso programma del World social forum (27 pagine), ha risposto alle domande che gli ha posto greenreport.

Quali sono le prime impressioni a caldo su questo 7° forum sociale mondiale?
«Il fatto senza dubbio più significativo è che si tenesse in Africa a Nairobi, che è l’unica realtà africana assieme al Sud Africa in grado di ospitare un´iniziativa di tale livello, ma che è al tempo stesso una città che racchiude in sé tutti i problemi africani. A fianco di grandi strutture internazionali convivono infatti a Nairobi gli slum che sono l’inferno di questa terra, dove vivono 2milioni e mezzo di persone con meno di 1 dollaro al giorno. Il fatto che il social forum sia partito proprio con la marcia da Kibera è stato un segno emblematico.
C’è poi da sottolineare che quest’anno, quella italiana è stata la più ampia delegazione mai vista nelle precedenti edizioni. E la novità è che la delegazione è rappresentata da molti enti locali impegnati in iniziative di cooperazione decentrata. Delegazione che ha partecipato massiccia alla prima iniziativa collettiva allo slum di Korogocho, dove il lavoro iniziato dieci anni fa da Alex Zanotelli, è continuato adesso da Daniele Moschetti e tanti altri, che continuano ad operare con grande tenacia per dare speranza a milioni di diseredati.
L’altro punto cardine, che la nostra presenza ha ancora una volta caratterizzato, è il riuscire a tenere assieme il nesso tra questioni ambientali e degrado e ingiustizia sociale, che con i cambiamenti climatici sta fortemente aumentando e di cui proprio le popolazioni africane sono quelle che ne subiscono di più le conseguenze. E devo dire che i nostri ospiti stranieri, che sono quelli che la vivono di più sulla loro pelle, hanno mostrato un grande interesse per modelli di sviluppo diversi a fronte di questa impostazione».

La partecipazione da parte africana, che era una delle scommesse di questo forum, è stata rappresentativa?
«Ovviamente rispetto alle altre esperienze, da Porto Alegre a Mubai, i numeri sono diversi per una effettiva difficoltà negli spostamenti, ma è stata comunque molto importante. Per l’Africa è un evento straordinario».

E il movimento come sta?
«Il social forum mondiale è senza dubbio ancora un evento molto importante, ma è evidente comunque che un momento di riflessione sul movimento va fatta. E´ un movimento che è stato importante e decisivo negli scorsi anni e senza il quale non saremmo riusciti a sradicare l’idea del pensiero unico. E’ stato fondamentale per creare reti a livello locale, ma adesso grandi mobilitazioni, soprattutto in Italia, non ci sono più e questo è un dato innegabile. Quindi è bene interrogarsi su quali siano le forme migliori per tenere vive queste reti e per incidere maggiormente per ottenere effettivi cambiamenti, a partire dall’Europa».

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