[18/01/2007] Comunicati

Apat, ecco il III rapporto sull´ambiente urbano

LIVORNO. Presentato oggi a Roma il III Rapporto dell’Apat sull’Ambiente Urbano, in cui si analizza lo stato delle città attraverso indicatori di pressione, quali l’inquinamento atmosferico e la produzione di rifiuti e gli indicatori di risposte come la presenza di verde urbano e la disponibilità di trasporti pubblici.

Nessuna novità, potremo dire, rispetto alle attese: il primo dei fattori di criticità rimane infatti la pessima qualità dell’aria, grazie ai valori di Pm10, ozono e biossido di azoto che non accennano a diminuire. Anche sulle cause niente di nuovo: il trasporto su strada rimane tra i maggiori responsabili delle emissioni di Pm10, e intanto a Roma, dove il contributo è stimato pari al 70%, il ritmo di crescita delle auto ha raggiunto la punta record di 3 all´ora nel 2005 e il +176% del parco motocicli nel 2005 rispetto al ´96.

Per questo all’Italia con il suo record di 58 auto ogni cento abitanti, rimane la maglia nera in Europa.
Ma la produzione di Pm10 è anche di origine industriale e il contributo dato da questo settore è infatti consistente per i comuni con grandi poli industriali: Taranto (93%), Venezia (75%) e Genova (49%).
Sul trasporto pubblico urbano i dati che emergono sono ancora in chiaroscuro, soprattutto per la scarsa diffusione di autobus alimentati con carburante a minor impatto. Dominano ancora i mezzi di superficie alimentati a gasolio, dal 60% a Parma al 99,9% di Reggio Calabria, anche se con un incremento di vetture meno inquinanti e dell’uso di carburanti alternativi. I mezzi a trazione elettrica sono diffusi nelle grandi città: Milano con circa il 40% della flotta di superficie, Torino con il 21%, Bologna 17%, Roma 10%, Napoli 14%. I filobus sono diffusi anche in città medio-piccole (Modena 15 % della flotta, Parma 16%, Cagliari 18%). Raro il metro : la rete italiana (168 km) è meno della metà rispetto a quella della sola città di Londra (408 km), e inferiore a quella di altre capitali europee come Madrid (179 km).

Sembrano incoraggianti invece i dati che riguardano il verde urbano, con una disponibilità pro-capite in aumento, nell´88% delle città, con una crescita media di 4,5 m2/abitante dal 1999 al 2003.
Sul fronte rifiuti non va meglio. Aumenta la produzione, ma non è certo una sorpresa dato che nessuna politica tendente alla riduzione o alla contrazione dei consumi è stata messa in atto né a livello nazionale né tantomeno a livello locale. E sul podio troviamo Prato (che tra l´altro non è autosufficiente dal punto di vista impiantistico ed è costretta ad esportare rifiuti altrove, ndr) e Catania, prime in produzione di rifiuti pro-capite nel 2004.

Seguite a ruota dalle città turistiche come Firenze, Venezia e Roma. Per i risultati di raccolta differenziata, (tra il 2002 e il 2004) i valori sono ancora insoddisfacenti, anche se si cominciano a segnalare incrementi soprattutto nelle città del Sud (Taranto +116%, Catania +113%, Palermo +36%) che rimangono comunque ancora sotto il 10% di media. Risultati in crescita anche per Roma (+96%). La città che ha raggiunto la più alta percentuale di raccolta differenziata è Padova, con circa il 40%.

Insomma un quadro poco incoraggiante quello della qualità ambientale delle città. Una priorità secondo il ministro dell´Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, intervenuto alla presentazione del rapporto Apat.
«Per quanto riguarda le nostre città – ha dichiarato Pecoraro Scanio - stiamo lavorando al piano per ripulirle dallo smog. Ho già stanziato 70 milioni di euro e nella finanziaria - ha continuato il Ministro - ce ne sono più di 250 per la mobilità sostenibile. Dobbiamo fare in modo che le Regioni e i Comuni vengano aiutati nella lotta all´ inquinamento atmosferico».

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