[18/01/2007] Rifiuti

Sani: le agroenergie sono un´occasione e sul cogeneratore i Ds sono unanimi

GROSSETO. Nell’aprile del 2006 il segretario provinciale dei Ds Luca Sani (Nella foto), intervistato da greenreport.it, lanciò l´idea del territorio provinciale di Grosseto come distretto delle energie rinnovabili, ipotizzando grandi prospettive di sviluppo delle colture agro-energetiche, in grado di rappresentare un’occasione importante di riconversione per l’agricoltura e per l’industria maremmana».

A distanza di un anno torniamo a parlare di questo possibile scenario: Sani, gli obiettivi che il gruppo STA-Marseglia propone, vanno nella direzione da lei auspicata ad aprile o divergono?

«Premetto che delle intenzioni del gruppo conosco soltanto quello che finora è uscito sui giornali e quindi ritengo che sia opportuno che gli intenti vengano dettagliati al più presto. Detto questo ribadisco che in provincia di Grosseto se si apre un dibattito intorno a una filiera delle agroenergie non possa che essere positivo. E’ molto interessante ragionarci proprio per il peso e per il ruolo che l’agricoltura ha e ha sempre avuto sul territorio. Sicuramente riuscire a riposizionare l’agricoltura maremmana su una scelta innovativa come quella della produzione di energia da fonti rinnovabili può essere una grossa opportunità, anche dal punto di vista della sostenibilità».

Salvo verifica dei fatti, gli obiettivi dichiarati, sono intanto l’effettuazione delle bonifiche (che Eni non ha mai voluto fare); la chiusura del ciclo dei rifiuti (che attualmente vede la provincia di Grosseto in sofferenza); l’innesco di una filiera agroindustriale (che valorizza le vocazioni territoriali) entro un orizzonte di miglioramento degli impatti ambientali e in raccordo con le volontà espresse dalle istituzioni. Come è possibile che l´Unione continui a dilaniarsi su questi obiettivi invece di attrezzarsi per controllare che vengano effettivamente perseguiti?

«Rispetto al tema dei rifiuti c’è una posizione condivisa da tutta l’Unione al di là di qualche eccesso locale. Esiste infatti un piano provinciale di gestione, c’è la delibera della giunta provinciale in merito all’impianto di Scarlino che parla della possibilità di chiudere il ciclo dei rifiuti con un ruolo importante delle istituzioni. Sul tema dell’agroenergia invece la situazione è un po’ più articolata, ma per il semplice fatto che si tratta comunque di un tema nuovo, che come tale forse andrà digerito. Mi auguro che le forze politiche si confrontino con laicità sulla questione, cercando di valutare se davvero può essere una nuova frontiera che posizionerà Grosseto anche in uno scenario diverso rispetto al tema dell’energia. Il tutto, lo ribadisco, sottoposto però a una necessaria valutazione di compatibilità e sostenibilità ambientale di un territorio difficile come è quello del Casone».

Le divisioni però non riguardano solo l´Unione, riguardano anche il suo partito, soprattutto nell’area Follonichese. Come è possibile che mentre la provincia di Grosseto è costretta ad esportare i suoi rifiuti per carenze impiantistiche (con produzione di impatti aggiuntivi - comprese le nanopolveri - come il trasporto) si continui a perpetuare una diatriba (basta leggere i giornali) che sembra senza fine?

«Su questa diatriba, come dice lei, non sono d’accordo: noi abbiamo approvato un documento nella direzione provinciale del partito, e lo abbiamo fatto all’unanimità, quindi anche con Follonica. In questo documento si fa esplicito riferimento all’utilizzo dell’impianto di Scarlino solo ai fini dell’autosufficienza provinciale, con la disponibilità però ad allargare eventualmente il coinvolgimento alla Val di Cornia in un rapporto di scambio e reciprocità. Questa è la posizione dei Ds».

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