[17/01/2007] Trasporti

Biodiesel, il prefisso bio non basta a salvare le foreste

LIVORNO. L´ennesima contraddizione ambientale è giunta puntuale, come al solito. Mentre un po´ in tutto il mondo si pensa ai biocarburanti come una delle possibili soluzioni per ridurre l´inquinamento atmosferico prodotto dai carburanti derivati esclusivamente dalle fonti fossili, Greenpeace lancia l´allarme per la distruzione delle foreste indonesiane: la minaccia è rappresentata dall´espansione delle piantagioni di palma da olio, dovuta alla crescente domanda europea di biodiesel.

Subito dopo l´emanazione della direttiva europea che stabilisce una crescita dell´utilizzo di biomasse, il governo indonesiano ha infatti firmato ben 58 accordi, per un valore di 12,4 miliardi di dollari, finalizzati all´incremento della produzione di biodiesel, e legati all´espansione delle coltivazioni su circa un milioni di ettari in Papua e Kalimantan, senza che siano state fornite indicazioni sulla salvaguardia dell´ambiente.

Greenpeace sa benissimo di finire in un "campo minato" per l´ambientalismo: «Noi sosteniamo l´utilizzo di biomasse per contrastare il rilascio di gas serra, ma distruggere le nostre foreste non è certo la soluzione. Chiediamo ai consumatori europei di richiedere parametri rigorosi affinché il biodiesel non venga dalla distruzione delle foreste» afferma Hapsoro, responsabile foreste di Greenpeace Indonesia.

Greenpeace quindi sostiene l´impiego di biodiesel come alternativa ai combustibili fossili «purché vengano da agricoltura sostenibile, e non provochino direttamente o indirettamente la distruzione di ecosistemi intatti, e non rappresentino una minaccia alla sicurezza alimentare».

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