[15/01/2007] Rifiuti

Finanziaria e obiettivi di raccolta differenziata, l´Anci prende tempo

LIVORNO. Venerdì greenreport.it ha intervistato Rocco Garufo, assessore provinciale all’ambiente e presidente della commissione ambiente e energia Urpt (Unione regionale province), sulle novità introdotte dalla finanziaria riguardo alla raccolta differenziata. Che ricordiamo brevemente: le Regioni devono garantire sul proprio territorio una raccolta differenziata pari al 40% entro il 2007, al 50% entro il 2009, al 60% entro il 2011. Per chi non rientra nelle norme viene introdotto il principio di rivalsa economica nei confronti degli enti locali inadempienti e il commissariamento. Oggi ne abbiamo parlato con Alessandro Nenci, sindaco di Rosignano e responsabile settore rifiuti solidi urbani Anci Toscana.

Nenci, che cosa ne pensa di questi obiettivi?
«Penso che raggiungere il 40% entro il 2007 sia un impegno gravoso. Concettualmente corretto, perché con la raccolta differenziata si riducono i rifiuti che finiscono in discarica, ma comunque difficile da raggiungere senza la possibilità che si raccolga meglio la frazione umida e se ne migliori la filiera».

Come si può affrontare, dunque, la questione?
«Spero che oltre all´irrigidimento della legge si cerchi anche di dare un aiuto ai Comuni. Che si faccia insomma una proposta seria, a partire come ho detto dal miglioramento della raccolta della frazione umida per un compost di qualità e che abbia poi un mercato».

Come Anci che cosa avete quindi in programma per riuscire a raggiungere quegli obiettivi?
«Ancora dobbiamo riunirci e discuterne».

Nei mesi scorsi l´assessore comunale di Firenze Claudio Del Lungo, a capo anche del Comitato di coordinamento Anci-Conai, aveva lanciato un allarme sul sistema delle raccolte differenziate e delle filiere del riciclaggio, dicendo che siamo vicini al collasso.
«Sì, ma per il vetro e la plastica qualcosa si muove, per la frazione umida no. E senza questa gli obiettivi non li raggiungeremo. Ritengo comunque che la volontà politica dell’aumento della raccolta differenziata sia importante, ma sinceramente avrei voluto vedere anche un maggior impegno nel campo della riduzione dei rifiuti».

Per fare quello che auspica il sindaco Nenci, c’è quindi bisogno di impianti di compostaggio. Dei quali l’Ato 4 è sprovvisto. Abbiamo quindi chiesto al presidente dell’Aamps di Livorno, Filippo Di Rocca, quale sia il suo punto di vista e che cosa l’Aamps stessa può fare o ha intenzione di fare.

«Quello che dice Nenci è vero - afferma Di Rocca - Noi infatti abbiamo inserito nel piano industriale la costruzione di un impianto da 18-30mila tonnellate annue (che però non è previsto nell´attuale piano provinciale, ndr) in modo da poter chiudere il ciclo a Livorno. Tra l’altro il punto non è l’esatta ubicazione – per noi si potrebbe fare anche a Rosignano – ma con chi si fa».

Ma secondo il presidente di Aamps esistono anche altri segmenti in cui investire per raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previsti dalla finanziaria: «una soluzione potrebbe essere il sottovaglio (la frazione organica pesante, ndr). Per quanto riguarda Livorno stiamo parlando di 12mila tonnellate di sottovaglio, ovvero 12 punti in più immediati nella raccolta differenziata. Ma anche qui manca un impianto ed è per questo che il nostro piano industriale prevede che l’impianto di compostaggio possa avere due linee: una per il compost e una per il sottovaglio. Senza questo, raccogliere il sottovaglio ci costerebbe 100 euro la tonnellata, una spesa davvero insostenibile».

Torna all'archivio