[12/01/2007] Acqua

Oceana: «Bene l´Italia sulle spadare, male l´Ue sugli Stocks ittici»

LIVORNO. Oceana, un´organizzazione internazionale per la protezione degli oceani del mondo, riprende una notizia già anticipata da Greenreport e plaude alla decisione dell ´Avvocatura dello stato italiano di aderire alla "tolleranza zero" annunciata dal ministro delle politiche agricole Paolo De Castro «che ha dichiarato illegale la detenzione a bordo delle imbarcazioni delle reti derivanti note come "spadare", vietate nel 2002 dall´Unione Europea. Questa decisione anticipa la pubblicazione di un decreto annunciato dallo stesso ministro De Castro e consentirà la confisca delle reti in porto, senza la necessità di verificarne l´uso in alto mare». L´organizzazione che ha base in Spagna ricorda di aver documentato come «a quattro anni dall´entrata in vigore del divieto e pur avendo percepito fino a 71.000 € di sovvenzioni per imbarcazione, procedenti dai fondi dello Strumento finanziario di orientamento della pesca (Sfop), un centinaio di imbarcazioni continua a far uso di queste reti illegali per la cattura del pesce spada. Questa misura, pertanto, è imprescindibile per l´eliminazione di questa flotta e da anni costituisce una delle principali rivendicazioni di Oceana, all´interno della sua campagna per il bando delle reti derivanti dal mar Mediterraneo».

In due anni il catamarano di ricerca " Oceana Ranger" ha identificato e filmato, in alto mare o in porto, 71 pescherecci con spadare lunghe più dei 2,5 Km consentiti . «il nostro equipaggio – dice Xavier Pastor, direttore di Oceana per l´Europa - ha potuto dimostrare l´uso e la detenzione a bordo delle imbarcazioni, sia in alto mare che in porto, di reti derivanti vietate dall´Unione Europea, la cui lunghezza superava da quattro a otto volte la lunghezza autorizzata dal governo italiano. Oceana ha potuto anche constatare che fino ad ora gli organi di controllo competenti, come la Guardia Costiera, non disponevano del sostegno legale necessario per far fronte alla pesca pirata, dal momento che fino ad ora potevano procedere al sequestro dell´attrezzo solo se i trasgressori venivano sorpresi nell´atto di pescare abusivamente e, di conseguenza, nei porti si potevano detenere reti derivanti nella totale impunitá. È un passo importante quello compiuto dal Governo italiano - conclude Xavier Pastor - ma questa politica deve essere messa in pratica con tutte le sue conseguenze, ossia, le autorità competenti devono disporre dei mezzi necessari per poter notificare realmente l´infrazione e procedere al sequestro e alla successiva distruzione delle reti derivanti illegali»

Oceana, è molto più preoccupata per le quote di cattura totale ammissibile (Tac) decisa dal consiglio europeo per la pesca per l´anno 2007 che «ignorano i consigli scientifici e mostrano scarso interesse per la conservazione a lungo termine degli stocks delle specie marine. Ogni anno i ministri della pesca dell´Unione Europea tendono ad accordare quote più alte di quelle proposte inizialmente dalla Commissione Europea; senza embargo, quest´anno la decisione finale è risultata essere peggiore che niente - dice sconsolata Oceana – Già la commissione aveva iniziato il negoziato proponendo quote più alte di quelle raccomandatie dagli scienziati, per questo il disastro era inevitabile ed anche che ognuno dei ministro difenda i suoi interessi nazionali, stabiliti sui tempi brevi». Per la maggior parte degli stocks commerciali principali si eccedono le quote raccomandate dal Consiglio internazionale per l´esplorazione del Mare (Ices) l´organismo scientifico di riferimento dell´Ue in questo campo.

«E´ incomprensibile e incredibile come i ministri della pesca continuano a giocare con questo assunto politico cruciale - ha detto Ricardo Aguilar, direttore delle ricerche di Oceana – dato che gli stocks di alcune specie marine sono vicini alla sparizione. Uno recente studio scientifico sottolinea il rischio globale di collasso se la pesca continuerà con la stessa gestione. Come possono gli Stati membri ignorare questo? Vogliono essere responsabili del fatto che le prossime generazioni vivano in un mondo di oceani vuoti?»

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