[12/01/2007] Comunicati

La Regione ha voluto la minibicicletta ma ora non pedala?

LIVORNO. Alcuni giorni fa Alessandro Belli, dell’Alessandro Belli Design, ci ha scritto una mail chiedendo di raccontare la sua dissaventura riguardo al progetto Life «Veicolo Minimo» (nella foto). Lo facciamo volentieri e visto che nella storia ha una parte fondamentale la Regione Toscana, pubblichiamo anche la loro versione dei fatti, come è costume di greenreport.it.

Ma andiamo con ordine. Il progetto LIFE di Belli viene cofinanziato dalla Regione Toscana (L.R. 101/96) e con il patrocinio anche della Regione Lombardia. L’obbiettivo è progettare la più avanzata bicicletta per l´intermodalità, una ricerca che aveva già ottenuto un premio Philip Morris Scienza. Nel 1998 vengono finiti il progetto e i prototipi e la Ue lo mette tra le "48 storie di successo Life". La regione non accetta questa valutazione positiva e chiede una seconda "valutazione congiunta" alla Ue che, nel 2001 conferma il successo.

La Regione non accetta neanche questa e riapre, per la terza volta, la valutazione. Questa volta con criteri non-Ue, «indipendenti dal progetto Life». Così dichiara il progetto «inadempiente», intima la restituzione del cofinanziamento e il pagamento di 50mila euro di danni. Incamera intanto una fidejussione per 75mila euro. Margot Wallstroem (Ue) scrive nel 2002 a Claudio Martini: «progetto di successo», e poi (nel 2004): «La Regione si era impegnata a valutare su criteri unitari, ora ha una posizione incomprensibile».

L´allora assessore Tommaso Franci scrive poi che «si deve valutare secondo criteri Life e in base a accordi con Commissione». Altri partners e sponsor del progetto, tra cui Fulco Pratesi e Ticona/Hoechst, si appellano a Martini e alla Commissione. Nonostante le difficoltà nel 2004 viene presentato a Düsseldorf un modello più avanzato in plastica, grazie al supporto di Ticona.

La Regione sostiene che i risultati della ricerca, pur coerenti con gli obiettivi stabiliti dalla decisione della Commissione e dal programma di lavoro, non soddisfano anche certi asseriti e non meglio specificati "interessi regionali". Da qui la decisione di ritirarsi dal gruppo di partner, intimando allo studio di design di restituire l´intero cofinanziamento più 50.000 Euro di danni per "inadempienza".

Belli ha deciso di continuare la sua battaglia e ora ha intrapreso le vie legali e sta preparando il ricorso. E la Regione che dice? Lo abbiamo chiesto a Mauro Grassi, dirigente della Regione Toscana nel settore ambiente e territorio.

«Conosco benissimo la situazione e a me dispiace per Belli. Io non voglio entrare nel merito del progetto, che sicuramente sarà interessante e degno di nota. La questione è un’altra: i miei dirigenti sostengono che nella procedura lui doveva fare delle cose e che invece non le ha fatte. Può darsi che abbia ragione lui, ma io non posso mettere in dubbio quello che dicono i miei dirigenti. Gli avevo così proposto una transazione, per risolvere il tutto, ma non ha accettato. Nell’amministrazione pubblica, però, non ci possono essere vie di mezzo: o si accetta la cosa o si va per vie legali. Se lui intende farlo, dirò di più: speriamo che vinca lui».

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