[11/01/2007] Trasporti

L´Ue: «Biocarburanti alternativa credibile al petrolio»

LIVORNO. La Commissione Europea si impaurisce per l´aumento del petrolio e accetta la sfida dei biocarburanti, ma parte da un assunto che farà storcere la bocca a non pochi ambientalisti. «Il trasporto in Europa è in crescita costante. Le automobili e i camion offrono vantaggi tali sotto il profilo socioeconomico che oggi è difficilmente immaginabile poterne fare a meno». Per poi precisare: «La situazione sta diventando insostenibile. I trasporti producono quasi un terzo delle emissioni di CO2, il gas a effetto serra maggiormente responsabile dei cambiamenti climatici, e si prevede che tali emissioni continueranno ad aumentare in misura considerevole. Il settore dei trasporti dipende inoltre per il 98% dal petrolio, un combustibile fossile in larga misura importato destinato a divenire sempre più costoso mano a mano che le sue riserve si esauriscono».

Per l´Ue bisogna correre rapidamente ai ripari e sostituire diesel e benzina con biocarburanti puliti e rinnovabili ottenuti da materiale organico, anche per crare posti di lavoro e nuovi mercati per l´agricoltura. Nella direttiva sui biocarburanti del 2003 l´Ue fissava l´obiettivo di sostituire entro il 2005 con biocarburanti il 2% di benzina e diesel ed entro il 2010 il 5,75%, un proposito fallito ed anche se entro il 2010 si preannunciano sostanziosi progressi non saranno sufficienti a recuperare il terreno perduto. Per questo la Commissione propone di «rafforzare il quadro normativo stabilendo un minimo del 10% per la quota di mercato dei biocarburanti nel 2020».

Ma i biocarburanti presentano un problema: «Mentre la gran parte – spiega la Commissione Ue - consente di ridurre sensibilmente le emissioni di gas a effetto serra, i loro modi di produzione non sempre portano a questo risultato oppure causano altri problemi ambientali. Per evitare questo serve incoraggiare la messa a punto di biocarburanti di "seconda generazione"». E allora la Commissione propone sostegni, stimoli e misure politiche come l´esenzione fiscale e gran parte degli Stati membri annunciano obblighi e impongono alle imprese petrolifere di inserire percentuali precise di biocarburanti sul mercato.

I biocarburanti più usati attualmente nell´Ue sono il biodiesel (ricavato soprattutto da colza e girasole) e il bioetanolo (da barbabietole da zucchero o cereali) che possono sostituire, anche su larga scala, il diesel e la benzina, essere introdotti nella rete di distribuzione esistente e tranquillamente utilizzati nei motori delle auto senza adattamento per le miscele a basso contenuto di biocarburanti o con adattamenti poco costosi per le miscele ad elevato contenuto. Sono in corso ricerche per tecniche "di seconda generazione" che permettano di produrre biocarburante da materiale forestale, graminacee e altri residui.

Comunque le percentuali di utilizzo nei vari Paesi europei sono spesso millesimali o inesistenti, solo la Germania nel 2005 ha raggiunto il 3,75%, l´1,75% in più di quanto previsto, seguita dalla Svezia a 2,23 (che non centra l´obbiettivo del 3%), terza la Francia allo 0,97, poi ´Austria a quota 0,93%, Lituania a 0,71, Malta a 0,52.
L´Italia è quinta nell´Ue per utilizzo di biocarburanti con lo 0,51% ma la quota da raggiungere nel 2005 era dell´ 1%. In alcuni paesi come Belgio o Portogallo i biocarburanti sono praticamente sconosciuti.

Torna all'archivio