[10/01/2007] Energia

L’Enel: «Non prevediamo la riconversione a gas della centrale di Livorno»

LIVORNO. Prima notizia: l’Enel esclude nuove riconversioni a metano delle centrali a olio combustibile presenti in Italia, e questo vale quindi sia per Livorno (nella foto l´impianto del Marzocco) che per Piombino, interessate rispettivamente da progetti come il rigassificatore Olt e il gasdotto Galsi che invece avrebbero fatto pensare a una convenienza in operazioni di questo genere.

Le motivazioni? Soprattutto economiche: «Lo scorso anno – fanno sapere dall’ufficio stampa nazionale di Enel – è stato completato il piano di riconversione di alcune centrali a gas per complessivi 5mila megawatt, come previsto dal piano industriale. E qui ci fermiamo, perché il mercato del gas oggi è una coperta corta, ci sono autorizzazioni per quasi 20mila megawatt di nuovi impianti che andranno a competere tra loro e quindi la convenienza non c’è. Legarsi a un solo combustibile per produrre elettricità, il gas appunto, sarebbe rischioso e non garantirebbe una adeguata copertura del sistema elettrico nazionale se ci fosse un´altra crisi. Se poi si vuole concorrere a far scendere il prezzo della bolletta energetica (la più alta in Europa), di almeno il 10%, l´alternativa è un combustibile più economico e sicuro come approvvigionamenti: il carbone appunto».

La seconda notizia riguarda la seconda fase del piano industriale Enel: completata e archiviata la riconversione di 5mila megawatt a gas, ora Enel deve riconvertire a carbone altri 5mila megawatt, e qui torna in gioco la Toscana, anzi Piombino. «Fatte salve le riconversioni a carbone pulito di Civitavecchia e Porto Tolle, quest´ultima ancora in fase di autorizzazione - dicono da Enel – mancano all’appello circa mille megawatt, che Enel ha ipotizzato di ricavare o dalla trasformazioni di Rossano Calabro oppure di Piombino, in quanto si affacciano sul mare e assicurano un minor impatto ambientale dal punto di vista paesaggistico dei trasporti. A Rossano Calabro però – continua l’ufficio stampa Enel – abbiamo incassato il no delle autorità locali e quindi in questa fase l’ipotesi di riconversione sta tramontando. A Piombino invece ancora non ci studi concreti o contatti avviati con le autorità: perché in attesa dell´autorizzazione per Porto Tolle. Ma ribadiamo il nostro interesse».

Terza notizia: se a Piombino si è parlato spesso dell’eventuale riconversione a carbone di Tor del Sale o addirittura della costruzione ex novo di una nuova centrale in area Lucchini, Enel fuga ogni dubbio: «Noi siamo eventualmente ma esclusivamente interessati a riconvertire Tor del Sale a carbone pulito – dice l’Enel - anche perché per legge, cioè per il decreto Bersani del 1999, l’Enel non può costruire nuovi impianti ma soltanto ammodernare o trasformare quelli esistenti».

La domanda a questo punto è d’obbligo: cosa accadrà a Rossano Calabro dove le autorità locali hanno detto no? E quindi cosa potrebbe accadere laddove anche a Piombino rifiutassero la trasformazione (così come ripete da mesi il sindaco Gianni Anselmi)?.

«Probabilmente accadrebbe come a Montalto di Castro – rispondono ancora dall’ufficio stampa Enel - la centrale va pian piano a spegnersi perché il meccanismo è semplice: se non viene chiamata a produrre dal gestore (Terna) una centrale funziona finche è remunerativa. Quando la convenienza non c’è più e si protrae nel tempo il sito diventa improduttivo e viene dismesso gradualmente avviato alla chiusura».

Torna all'archivio