[08/01/2007] Energia

Energie rinnovabili: 1 italiano su 3 dice sì anche se costano di più

BRUXELLES. Quasi un italiano su tre, ovvero il 29%, è disposto a spendere di più per utilizzare le fonti rinnovabili invece di quelle convenzionali. Il dato è della Commissione europea sull´Eurobarometro di dicembre 2006 e non è comunque considerato un buon risultato, al pari di quelli di Belgio, Austria e Svezia.

La posizione dei quattro Paesi è infatti considerata anomala, tanto da far definire a Eurobarometro, italiani, belgi, svedesi e austriaci come scettici, a causa della mancata presa di coscienza dei problemi ambientali e energetici.

Se così fosse, c´è davvero da preoccuparsi. Ma è chiaro, comunque, che c´è la necessità di fare maggiore informazione. Potrebbe spiegarsi in parte anche con questo dato infatti, - ma andiamoci piano - il perché delle tante contestazioni ai parchi eolici anche mini, agli impianti a biomassa, fino, in alcuni casi, pure ai pannelli solari. Anche se lo scetticismo degli italiani sarebbe, secondo l´Eurobarometro, legato solo ad un discorso economico, non si capisce come mai nel resto dell´Europa (Austria, Svezia e Belgio a parte) questa sensibilità sia maggiore.

Questo orientamento, tra l’altro, accomuna gli italiani ai Paesi più restii ad imboccare la via delle rinnovabili se più costose, come la repubblica Ceca, l´Ungheria, la Polonia. Per non parlare di quanta distanza mette tra noi e i primi della classe, ovvero i danesi, il 52% dei quali ha detto di essere favorevole alle rinnovabili anche a costo di sacrifici economici.

L´Eurobarometro definisce la posizione dei quattro Stati anomala perché «non si registrano alti tassi di disoccupazione o valori del prodotto interno lordo a parità di potere d´acquisto al di sotto della media europea», due indici economici che vengono messi in relazione diretta con lo scarso favore espresso dai cittadini per l´uso di rinnovabili più care.

A livello di media europea il 59% dei cittadini dell´Unione non è favorevole all´utilizzazione di energie rinnovabili se più costose rispetto alle fonti convenzionali.

L´indagine della Commissione europea, su un campione di 29.220 cittadini dell´Unione e dei paesi candidati all’adesione, mostra che in un brevissimo lasso di tempo, solo sei mesi, la percentuale dei cittadini disposti a spendere di più per l´energia verde, più pulita e di sicura approvvigionamento, è´ calata dal 40% al 34%, mentre quella dei contrari e salita dal 54% al 59%. Oltre ad identificare negli indici economici la ragione delle scelte dei cittadini la statistica individua altri due fattori che ne influenzano l´orientamento: il grado di istruzione e l’attività professionale.

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