[03/01/2007] Consumo

Gpp, Lca, slogan e previsioni

LIVORNO. L’amministrazione pubblica, il settore commerciale e le altre organizzazioni non governative maneggiano ordini di acquisto di vasta portata. Attraverso il volume dei loro acquisti, essi esercitano una notevole influenza sulla domanda nel mercato quindi il loro potere di acquisto produce un considerevole effetto complessivo sull’offerta del mercato.

Come è stato più volte rilevato, in termini quantitativi, gli acquisti pubblici di prodotti e servizi si aggirano intorno al 12% del totale delle spese del Prodotto Interno Lordo dei vari paesi dell’Unione Europea. Circa il 75% delle spese è stimato riferirsi a beni di uso corrente, quali beni e servizi di consumo, mentre la restante parte riguarda l’acquisizione di beni capitali. Queste figure, previste dall’Oecd, includono stati ed enti locali, nonché organizzazioni pubbliche di proprietà del governo o da questo incaricate. Il consumo privato di beni e servizi è stimato aggirarsi intorno al 50-60% del Pil.

Una grande fetta delle spese pubbliche riguarda gli enti locali, con una discreta serie di decisioni amministrative (di solito regionali, provinciali e comunali). Alcuni Paesi hanno strutture politiche maggiormente centralizzate di altri, con competenze diverse le une dalle altre. Come regola di base, gli enti locali comportano circa la metà della spesa totale governativa della pubblica amministrazione.

La valutazione del ciclo di vita di un prodotto (LCA) è uno strumento per valutare l’uso delle risorse e il potenziale impatto ambientale associato ad un prodotto o ad un procedimento a partire dall’acquisizione della materia prima, passando per la produzione e l’utilizzo, fino alla dismissione. Un completo studio quantitativo comprende quattro fasi: lo scopo e la portata, l’inventario, la valutazione dell’impatto e l’interpretazione. Il concetto e la prassi della valutazione del ciclo di vita tiene conto degli impatti ambientali “dalla culla alla tomba” del prodotto e questi sono considerati sotto più aspetti qualitativi.

Tutti gli acquirenti, ma soprattutto l’acquirente pubblico, dovrebbero sforzarsi di influenzare la domanda di prodotto durante tutto l’intero ciclo di vita. I consumatori finali possono influenzare la domanda al primo stadio di produzione, ad esempio scegliendo prodotti realizzati con certi materiali piuttosto che altri, oppure optando per un prodotto progettato in maniera che possa essere più facilmente riparabile o semplicemente giudicando il prodotto basandosi sulla valutazione del suo ciclo-vita.

La valutazione del ciclo-vita sembra essere il metodo più obiettivo di scelta in quanto vengono presi in considerazione tutti gli impatti del prodotto sull’ambiente, ad ogni stadio della sua vita, ma bisogna comunque tener conto del fatto che, in alcuni casi, la questione di sostituire o non sostituire un prodotto che si suppone obsoleto (ad esempio i computer) è maggiormente rilevante a livello ambientale della questione su quale prodotto acquistare. E il problema dell’obsolescenza programmata dei prodotti (in specie quelli elettrici ed elettronici) rappresenta l’esempio più evidente delle contraddizioni di una realtà non affrontabile operativamente con gli slogan. Certo, se pensiamo a quanto si è attrezzata la nostra pubblica amministrazione sul Gpp, ancorché al rispetto di leggi e Piani esistenti, allora ci rendiamo conto che non siamo neanche al livello degli slogan. Non ci siamo proprio. E tuttavia si ipotizza che i rifiuti diminuiscano.

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