[02/01/2007] Parchi

Fsc: le foreste si salvano al supermercato

LIVORNO. «Se vuoi salvare le foreste del mondo – si legge sull’ultimo numero di “Tunza” la rivista Unep destinata ai giovani – comincia ad interessarti a quello che c’è nel tuo centro commerciale».

Per l’United Nation environment programme «nelle regioni del pianeta ancora ricche di foreste non è sempre facile proteggere gli alberi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo dove i fondi per farlo sono rari. Ma se i consumatori chiedono che il legno che acquistano, per fare matite, mobili, legno da costruzione o carbone vegetale per barbecue, provenga da foreste gestite in maniera sostenibile e non da aree senza nessun controllo, la domanda sempre più forte permetterà di conservare le foreste e non di distruggerle».

Solo buoni proposito o si può fare davvero qualcosa? Uno strumento già esiste: il Consiglio internazionale di gestione forestale (Forest Stewardship Council - Fsc)(Nella foto il logo) che fissa le norme che tengono conto della protezione dell’ambiente e che rilascia le certificazioni che permettono ai consumatori di essere sicuri di utilizzare legno “sostenibile”.

Il Fsc è nato nel 1993 à Toronto, da un incontro tra 130 esportatori di legname, abitanti delle foreste, organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e il Wwf, e grandi aziende del dettaglio di prodotti in legno o del bricolage come Ikea o la britannica B&Q. Il Fsc si è dato la missione di proteggere gli alberi e le popolazioni che vivono accanto alle foreste e vuole «promuovere una gestione ecologicamente sana, socialmente benifica ed economicamente percorribile delle foreste del mondo»

Fsc vuole così proteggere le foreste naturali primarie e concede la propria certificazione ai boschi gestiti in maniera legale adottando norme che rispettarono i diritti di proprietà, dei lavoratori e dei popoli indigeni.

L’ecolabel non viene assegnato direttamente da Fsc, ma sono altre organizzazioni indipendenti che effettuano ispezioni ed accordano la certificazione. Questo permette a Fsc di non avere contatti diretti con i produttori che così possono essere privati del marchio se non rispettano le norme vigenti ed assicura anche la tracciabilità del prodotto e di risalire a tutte le tappe che hanno portato alla realizzazione degli articoli marchiati Fsc.

Nel 2003 circa 500 mila chilometri quadrati di foreste, una superficie maggiore di quella della Spagna, in 62 paesi avevano già la certificazione ed i venditori al dettaglio di legno certificato sono sempre più numerosi come Asda, la divisione britannica di Wal-mart, l’italiana Castorama, Migros in Svizzera ed Home Depot negli Usa che si sono impegnati a immagazzinare e vendere legname prodotto da boschi certificati in maniera indipendente, questo incita i fornitori ad ottenere il label Fsc. I consumatori sono così più sicuri di fare scelte consapevoli, ad esempio, in Europa la produzioni di carta con marchio Fsc già nel 2003 era quadruplicata.

Ma questi dati positivi sottolineano anche un problema: la maggior parte dei prodotti certificati proviene dalle foreste temperate europee e del nord America e non dalle regioni tropicali che sono molto più vulnerabili. Sui 7 milioni di kmq di foreste amazzoniche solo poche migliaia hanno ricevuto la certificazione Fsc e ci sono solo due foreste accreditate nell’Africa tropicale, per questo l’Fsc nel 2007 pensa di concentrare i suoi sforzi sulla fascia delle foreste tropicali.

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