[02/01/2007] Comunicati

Un anno con greenreport.it

LIVORNO. A chi sta a cuore che esista una informazione ambientale competente e di qualità? Questa è la prima domanda da cui siamo partiti un anno e mezzo fa, quando cominciammo a pensare al progetto che poi sarebbe diventato greenreport.it, online dalle 9 della mattina del 2 gennaio del 2006. A distanza di un anno corre quindi l’obbligo di fermarsi a riflettere su cosa ha fatto greenreport in questi dodici mesi, quali degli obiettivi ha raggiunto e quali no, come si è evoluto il nostro giornale ascoltando e recependo gli input che sono arrivati dall’esterno.

Intanto i numeri, che nella loro freddezza sono comunque gli indicatori più precisi di un’attenzione forte verso un’informazione che evidentemente mancava: in un anno la redazione giornalistica di greenreport.it ha “ prodotto” 5181 pagine di contenuti originali tra articoli, servizi e interviste raggiungendo alla fine la quota di 805358 contatti (visitatori unici) che hanno letto 1316612 volte le pagine. Un trend continuamente in “crescita” visto che nel mese di dicembre la media giornaliera ha raggiunto i 3000 contatti e le 5500 pagine viste. Risultati eccellenti per un giornale online (e di nicchia) che ha appena un anno di vita, confermati anche dal continuo aumento di iscritti alla newsletter che viene inviata quotidianamente e che oggi, per esempio arriverà nella casella mail di 2554 persone.

Chi? La risponda più difficile da dare potrebbe essere questa, ma la verticalità dell’informazione presente in greenreport.it aiuta di molto ad avvicinarsi al lettore tipo del nostro quotidiano. Persone attente all’ambiente certo, tantissimi ambientalisti ovviamente, ma anche tutti quei soggetti interessati alla qualità e all’accuratezza delle notizie che vengono pubblicate: istituzioni e imprese che operano nel settore e che bene si inseriscono nella dinamica oraria delle visite a greenreport. Se infatti il picco delle pagine viste è ovviamente legato all’invio della newsletter, è significativo il fatto che molti lettori leggono immediatamente le notizie che vi sono contenute a evidenziare un dato di fatto: i nostri lettori ci leggono in gran parte dai luoghi di lavoro, ovvero negli uffici di enti, istituzioni e imprese che operano nel settore dell’ambiente e che vedono in greenreport.it uno strumento utile di lavoro.

E questo per noi non può non essere motivo d’orgoglio, visto che uno degli obiettivi era proprio quello di «fluidificare l’informazione ambientale e disotturare i canali di comunicazione fra soggetti che operano, o che sono interessati, al settore». Greenreport.it infatti non è l’ufficio stampa di nessun comitato, azienda, o istituzione. Non è, né vuole essere il “megafono” di nessuno. E perciò deve dare voce a tutti. Senza gerarchie privilegiate e neanche senza nascondere che “ogni punto di vista è una……vista da un punto”. Dunque che anche greenreport ha "un punto" dal quale osserva e commenta: quello di un ambientalismo attento alle soluzioni non meno che alle denunce.

Come macroobiettivo però ne avevamo uno ancora più ambizioso: contribuire a fare uscire i media dal paradosso nel quale l’ambiente è stato relegato. L’ambiente infatti preme a tutti ma si scrive di ambiente quasi sempre quando c’è (o viene avvertito) un allarme e quasi mai in termini di buone pratiche e buone azioni.

Un esempio concreto appare sulle cronache di questi giorni. Greenreport.it ha dato per primo la notizia che a cavallo tra i comuni di Montignoso (Ms) e Pietrasanta (Lu) si sta progettando un modulo per ospitare amianto in una discarica. Il nostro quotidiano ha evidenziato che finalmente ciò veniva fatto, perché lo dicono leggi nazionali e un piano regionale, perché l’amianto è pericolosissimo se si sbriciola ma è innocuo se integro e quindi se viene “ingabbiato” sotto terra, perché i camion che da tutta Italia fanno migliaia di chilometri per portare l’amianto in Germania – dove guardacaso lo ingabbiano sottoterra in cave dimesse, proprio come vogliono fare a Montignoso - hanno a loro volta un un impatto ambientale che può essere evitato.

Se la notizia fosse uscita in altro modo sarebbe probabilmente diventata una “bomba ecologica”. In questo caso sì, greenreport ha contribuito a fare informazione ambientale di qualità, a “informare l’informazione” locale e regionale sull’ambiente, tanto da essere utilizzato – in questo e in altri casi - come fonte emittente di notizie.

Non sempre ovviamente ci si riesce. Ma ci proviamo. Forti anche del consenso che con i numeri ci stanno dando i nostri lettori.

I buoni propositi per il 2007: dal punto di vista strettamente pratico dovremo riuscire ad accorciare ulteriormente i tempi visto che l’obiettivo iniziale dell’invio della newsletter entro le 13,30 solo in rari casi è stato rispettato. Così come dovremo impegnarci per far capire che le notizie di greenreport non si fermano a quelle pubblicate in newsletter: nel pomeriggio la redazione continua a lavorare e ad aggiornare il quotidiano, inserendo nuovi articoli, interviste e servizi fino a sera.

Dal punto di vista editoriale invece l’obiettivo resta quello di crescere in qualità. Il percorso intrapreso anche per noi è solo all’inizio: per assolvere bene al compito di formare l’opinione pubblica dobbiamo ulteriormente formarci, studiando e studiando sempre di più, per garantirvi un’informazione sempre più competente e di qualità.

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