[29/12/2006] Comunicati

Editoria: più profitti, meno lettori, meno notizie scientifico-ambientali

LIVORNO. Che non siano tempi troppo felici per l’informazione italiana non è una novità. Il contratto collettivo di lavoro è scaduto ormai da 670 giorni, e i giorni di sciopero nei quotidiani e nelle agenzie di stampa sono stati da maggio scorso ad oggi ben 16, mentre sono stati 14 quelli per le radio e le televisioni. E soprattutto grosse novità sostanziali nel confronto tra Fnsi e Fieg ancora non se ne registrano, a parte forse una timida apertura da parte della Rai che potrebbe portare a una frattura nel finora compattissimo fronte degli editori.

Editori, che stando alle cifre fornite da loro stessi continuano a macinare utili, nonostante le copie vendute diminuiscano a vista d’occhio. Dal 2003 ad oggi i 13 quotidiani italiani più grandi (quelli che vendono più di 100mila copie) ne hanno perse complessivamente400mila, corrispondenti a un -12%. Riduzione percentuale confermata anche nelle altre fasce dei quotidiani e purtroppo la tendenza non è diversa anche in molti settori specialistici, come per esempio quello scientifico-ambientale.

Le rilevazioni Ads infatti, evidenziano una situazione di grave recessione per il settore, con soltanto Newton che riesce a incrementare la propria quota di diffusione media, salendo del 6,87% rispetto allo stesso periodo dell´anno scorso, raggiungendo quindi le 120.740 copie vendute. Tutti gli altri periodici scientifici sprofondano: La macchina del tempo e Quark registrano cali rispettivamente del 44,88% e del 27,37%, (ovvero vendite 45.054 e 74.456). Explora scende a 90.622 copie (-39,76%), Airone si ferma a 55.454 copie (-11,46%) e infine il leader incontrastato, Focus, che scende a 663.223 copie (-8,16%).

E il trend di crisi va avanti da ormai 3 anni. Forse è il caso di rimettere in discussione il modello dei periodici a divulgazione scientifica, ma potrebbe non bastare. Perché il concetto potrebbe essere ribaltato: forse è la stessa divulgazione scientifica ad essere entrata in crisi, a non saper più comunicare alla gente comune e ad essersi rinchiusa nella nicchia comunicativa degli addetti ai lavori.

Un problema, quello del rapporto tra scienza e informazione, di cui greenreport.it si è occupato più volte. Perché il rischio (o la realtà) è quello di un’informazione scientifico-ambientale competente e corretta che non trova alcuna strada per arrivare al cittadino. E viceversa del passaggio di una informazione scientifico-ambientale distorta, quasi sempre legata a spettacolarizzazioni e showman carismatici o a catastrofismi e bombe ecologiche varie.

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