[28/12/2006] Trasporti

Domenici: trasporto pubblico veloce e lotta all´inquinamento per salvare le città

FIRENZE. L’intervento del sindaco Leonardo Domenici durante il consiglio comunale di Firenze dedicato alla discussione e al voto sul bilancio di previsione 2007, contiene alcune indicazioni molto interessanti dal punto di vista ambientale. Il primo cittadino, infatti, ha parlato di «cinque priorità per salvare le nostre città». E ai primi due posti ha messo le infrastrutture per il trasporto pubblico locale rapido di massa e la lotta all´inquinamento atmosferico. Seguono la politica per la casa; la questione della sicurezza; il problema dell´immigrazione.

Domenici ha sottolineato che il suo intervento ha voluto portare soprattutto un contributo di carattere generale. Certo, l’input al sindaco non può non averlo dato anche l´inchiesta della Procura della Repubblica, che lo vede tra gli indagati, sui rischi per la salute dei cittadini derivati da politiche inadeguate a contrastare il fenomeno dello smog. Come è ovvio che la Tav fiorentina, con il sottoattravrsamento della città e la tramvia, siano questioni assai importanti sotto tanti punti di vista.

Dal punto di vista di greenreport comunque, è assai significativo che i due temi – legati a doppia mandata tra di loro – siano prioritari. Una vera lotta contro lo smog non la si fa senza potenziare il trasporto pubblico. Poi ci si può confrontare sui progetti e sui sottoattraversamenti, e su come e dove vengono realizzati, ma questa è altra questione. Il nocciolo del problema insomma non sta più tra salvaguardia dell´esistente e cattivi progetti, bensì sta in traformazioni orientate dal criterio direttore della sostenibilità.

«Questa è una città - ha detto Domenici - in cui si difende molto la specificità del nostro profilo, del nostro ´genius loci´. E´ giusto farlo, perché Firenze è una città particolare; ma questa sana difesa della propria identità ci fa correre il rischio di portarci a un confronto molto autoreferenziale, che ci fa smarrire il nesso più generale in termini di tendenza storico politica. Faccio un piccolo esempio concreto: ieri a Roma, per percorrere in auto 9,7 km ed uscire dalla città, ho impiegato 1 ora e 58 minuti. E dunque a volte, quando ci riferiamo alle nostre città, forse sarebbe meglio pensare meno ai sensi unici o ai cantieri e pensare invece che queste città stanno esplodendo, che non ce la fanno più, perché abbiamo uno stile di vita che ci costringe a utilizzarle in un certo modo. E se non facciamo qualcosa sono destinate a collassare. Ci vogliono le strategie che mettiamo in opera localmente, ma ci vogliono anche scelte a livello nazionale sull´uso delle risorse».

Venendo a temi più politici, Domenici ha sottolineato poi la necessità di una attenta riflessione, partendo dal recente richiamo del Presidente della Repubblica. «Un richiamo con cui mi sono trovato in piena sintonia - ha detto il sindaco - Prima di tutto, per il rischio di grave scollamento fra il circuito polico-istituzionale-mediatico da un lato, e la società civile dall´altro. E´ un rischio che viviamo tutti quanti, anche in una realtà dove è forte il tessuto e la coesione sociale come la nostra; e che coinvolge non solo chi sta al governo ma anche chi sta all´opposizione, e cavalca la protesta ma non offre proposte. Perché è il sistema politico nel suo complesso, che oggi non è capace di elaborare una risposta per il paese».

«Non credo però – ho aggiunto - che il rischio scollamento significhi mitizzare la società civile: perchè dobbiamo essere consapevoli che nella società avvengono processi contraddittori, che portano ad aumentare la frammentazione sociale e la difficoltà ad individuare un interesse generale e plurale. Il problema non è come non prendere fischi; il problema è quanto si è capaci di fare scelte utili ed efficaci mantenendo un livello adeguato di direzione politica. La politica deve riconquistare dignità e capacità di direzione della società. Non per ripristinare vecchi primati, ma perché abbiano bisogno di dare degli obiettivi, di dimostrare che la politica è capace di interpretare ed indirizzare, senza funzioni ancillari o subalterne rispetto ad altri poteri, in primo luogo economico-finanziari».

Secondo Domenici, c´è anche un problema che riguarda «la capacità di esprimere leadership credibili, non solo in termini di persone ma anche di soggetti politici organizzati». «Si è parlato giustamente della necessità di una democrazia partecipativa che sia all´altezza dei problemi di oggi - ha detto ancora il sindaco - Credo che a questo si debba aggiungere un altro aggettivo: quello della democrazia associativa. Se non c´è la capacità di associarsi su scelte e obiettivi, anche nel sistema delle autonomie locali e del loro rapporto con una società sempre più articolata, perdiamo uno degli aspetti fondamentali di una nuova prospettiva che deve essere alla base dell´azione di governo».

Infine, Domenici ha ribadito come le città debbano essere al centro della prospettiva di sviluppo e di ripresa del paese, come sia necessario promuovere una diversa logica nelle relazioni fra il sistema delle autonomie e il governo, come sia importante andare avanti nel processo di riorganizzazione delle istituzioni. Ed ha elencato cinque temi fondamentali su cui è necessario "aprire un grande confronto a livello nazionale, pensando ad una sorta di grande ´legge obiettivo´ per le aree urbane": le infrastrutture per il trasporto pubblico locale rapido di massa; la lotta all´inquinamento atmosferico; la politica per la casa; la questione della sicurezza; il problema dell´immigrazione. «Abbiamo un grande lavoro da fare. E in questo Firenze può avere autorevolmente un ruolo e una parte importante da svolgere».

Torna all'archivio