[20/12/2006] Rifiuti

Contributi Cip 6, l´opinione di Fortini (Federambiente)

FIRENZE. Sulla questione degli incentivi economici (Cip6) agli impianti che utilizzano rifiuti come fonti assimilabili alle rinnovabili, abbiamo sentito anche il presidente di Federambiente Daniele Fortini (nella foto), per farci spiegare meglio qual è la posizione della sua associazione su questa e sulle altre norme sui rifiuti previste in Finanziaria.

Perché tanta ostilità a questo emendamento?
«Perché non vorremmo che passasse attraverso questa strada il rifiuto verso tutte le forme di termovalorizzazione dei rifiuti sostenuto da molti pasdaran».

Ma nei fatti questo emendamento riporta anche l’Italia alle norme europee, che comunque prevedono la possibilità di bruciare la parte biodegradabile dei rifiuti.
«Se torniamo a questo siamo d’accordo, anche se vorrei ricordare che la deroga era stata ottenuta dal nostro Paese in vista del ritardo che abbiamo su questo fronte e per permettere di raggiungere anche in Italia quello step del 20-30% di rifiuti smaltiti attraverso la termocombustione rispetto al 9% attuale.
C’è comunque il fatto che gli impianti autorizzati sono una decina e che hanno realizzato la loro pianificazione contando sul contributo Cp6, da Acerra a quelli in via di realizzazione in Emilia Romagna. Che succede ora con questi?
Quindi la prima questione è che possano essere riconosciute alle tecnologie per il recupero energetico dai rifiuti le stesse prerogative che stanno nella direttiva comunitaria sul trattamento dei rifiuti e cioè che per la frazione biodegradabile non utilmente avviabile al riciclaggio, ci siano le stesse condizioni che ci sono in altri paesi. Speriamo poi che quella prevista sia una rimodulazione che tenga conto delle realtà già esistenti, altrimenti sarà impossibile fermare una serie di ricorsi da parte dei gestori degli impianti che già sono autorizzati e che hanno pianificato tenendo conto della possibilità di avere quei contributi».

Francesco Ferrante, nella doppia veste di capogruppo dell’Ulivo alla Commissione ambiente del Senato e di direttore di Legambiente, vi invita a fare insieme una battaglia di trasparenza e, se come dite è necessario prevedere contributi a questa pratica, di trovarli fuori da quelli previsti per le fonti rinnovabili di energia. Che gli risponde?
«Ovviamente apprezzo la ragionevolezza delle proposte di Ferrante, e confermo la volontà collaborativa con Legambiente. E’ un´ipotesi interessante, ragioniamone insieme, partendo dal presupposto che i diritti acquisiti rimangano e che non abbiamo revocata quell’autorizzazione.
Per i nuovi impianti da costruire il rientro nelle procedure comunitarie è considerato come oggettivo ma resta comunque il problema che se fai una scelta di industrializzazione del comparto di gestione dei rifiuti, la fase finale del ciclo che prevede la combustione con recupero energetico è considerata industrialmente la più idonea. E dato che oltre il 60% di riciclaggio per ora non si riesce ad andare, anche se noi ci stiamo impegnando per trovare le forme per farlo, è necessario dotarsi di un sistema che ci faccia chiudere il ciclo. Quindi o vai in discarica o recuperi energia dai rifiuti nella fase finale di smaltimento, ma c’è bisogno di un contributo per la realizzazione degli impianti per non gravare sulle tariffe. Altrimenti i comuni ci diranno di andare a cercare nuove discariche, perché non possono aumentare le tariffe in maniera esagerata».

Sugli obiettivi di raccolta differenziata pena commissariamento, previsti sempre in finanziaria, cosa ne pensa?
«Che è un modo fuorviante di porre mano alla questione della gestione dei rifiuti. Continuare con il giochino degli obiettivi delle raccolte differenziate, senza accompagnarli a interventi economici seri è una finzione. Non è possibile dare obiettivi di quel genere con regioni come la Puglia o la Sicilia che sono a percentuali irrisorie. E poi che facciamo continuiamo a commissariare? Non sarebbe meglio destinarlo alla lotta contro la criminalità l’esercito dei commissari?
Infine, per una corretta gestione dei rifiuti ci vogliono obiettivi seri di riciclaggio e non di raccolte differenziate, è necessario dire e pianificare le cose serie che si possono fare, dire quanti soldi si mettono sul tavolo per fare tecnologie, impianti, piattaforme industriali. E comunque sono tutte cose che mi sembra una follia mettere in una legge finanziaria».

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