[20/12/2006] Rifiuti

Contributi Cip 6, l´opinione del senatore Ferrante

ROMA. Continua a far discutere il provvedimento che taglia gli incentivi alla produzione di energia da rifiuti (exCip6), contenuto nel maxiemendamento alla Finanziaria per il 2007, passato al voto del Senato la settimana scorsa.
Fra chi come i Verdi e Rifondazione comunista, minacciavano di disertare le votazioni in aula alla Camera sulla legge comunitaria, perché insoddisfatti di come l’articolo relativo alla questione era stato scritto e chi sostiene invece – tra cui Federambiente- che il taglio agli incentivi previsti porrebbe serie questioni al comparto della gestione dei rifiuti e si riverserebbe in termini di maggiori tasse sui cittadini e di un nuovo massiccio ricorso alle discariche per smaltire i rifiuti.

Un intervento del Governo, secondo quanto affermato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Vannino Chiti, dovrebbe però rimettere mano all’articolo in discussione: si prevede infatti un decreto composto di due articoli per togliere la prescrizione (inserita con un emendamento del senatore Fuda) sui reati contro la pubblica amministrazione (che aveva fatto minacciare l’uscita dal governo da parte dell’Italia dei Valori) e per dare al comma sul Cip6, l’interpretazione più restrittiva che prevede gli interventi di contributo finanziario alle energie rinnovabili sono agli impianti già realizzati e operativi.

Ma cosa prevede l’attuale articolo inserito in finanziaria?
All’articolo 1119 si legge che gli incentivi pubblici per la produzione di energia elettrica sono concedibili esclusivamente alle fonti rinnovabili riconosciute dalla Direttiva europea 2001/77, che per quanto riguarda i rifiuti si limita alla parte biodegradabile di essi, e «potranno avvalersi dei contributi statali gli impianti già autorizzati e di cui sia stata concretamente avviata la realizzazione anteriormente all’entrata in vigore della presente legge».

Sarà poi il ministero dello Sviluppo, con propri decreti a “definire i criteri e le modalità di erogazione degli incentivi e dei finanziamenti pubblici concedibili” e a rimodulare gli incentivi per quelli già in esercizio.
Il problema sollevato da Verdi e Rifondazione, si riferisce all’aver ricompreso nella possibilità di accedere ai contributi Cip6 gli impianti già autorizzati e di cui sia stata concretamente avviata la realizzazione.

Mentre Federambiente definisce un errore aver tolto la possibilità di accedere ai contributi a tutti gli impianti futuri e auspica «un ravvedimento operoso del governo e del Parlamento per dare al comparto dei rifiuti un assetto legislativo finalmente stabile e al riparo da imboscate e da incursioni che allontanano la pianificazione e la buona gestione economica e ambientale e mettono
sempre più incertezza alle imprese serie del settore».

Al senatore Francesco Ferrante, direttore di Legambiente, che oltre ad aver promosso l’emendamento che mette al bando gli shopper non biodegradabili dal 2010, è stato tra i promotori della battaglia in Senato per bloccare gli incentivi Cip6 alla produzione di energia dai rifiuti, chiediamo quale prevede possano essere gli sviluppi di questa faccenda?

«Domani si deciderà con un vertice di governo, da Prodi. Dal punto di vista del metodo è sicuramente inaccettabile, dal momento che nella notte è stato riscritto un testo su cui era stato raggiunto un vasto accordo anche con il governo. Ma non vorrei che ci si concentrasse solo su questa questione dell’emendamento 1119: vorrei che si sottolineasse anche il risultato raggiunto che reputo importantissimo, per cui da oggi nessuno potrà più pensare di usare gli incentivi per le energie che non siano vere rinnovabili, e si taglia fuori tutto ciò che è stato messo dentro in questi anni come assimilate, a partire dal Tar di raffineria che assorbe quasi il 90% dei contributi. Altro risultato altrettanto straordinario è il fatto che si preveda che attraverso un decreto del ministero dello Sviluppo si potranno rivedere sia l’entità sia la durata dei sostegni dati agli impianti che si avvalgono del Cip6, attualmente in esercizio. Questo significa che quindi si potrà mettere le mani su quei due miliardi e mezzo di incentivi che diamo ogni anno e che quindi avremo più fondi da destinare alle vere energie rinnovabili».

Federambiente ha usato toni molto critici verso questo provvedimento, perché dice che senza incentivi lo smaltimento dei rifiuti attraverso la combustione non si regge.
«A Fortini che stimo e con cui voglio assolutamente continuare a dialogare, dico sia come capogruppo dell’Ulivo in commissione ambiente al Senato, sia come direttore di Legambiente, che dovrebbero fare insieme a noi una battaglia di trasparenza e che se è vero che recuperare energia attraverso i rifiuti è un´operazione che non si regge da sola dal punto di vista economico, si individui una altra forma per dare contributi a questa pratica. Ma non è assolutamente accettabile che gli vadano i contributi previsti per le energie rinnovabili».

E riguardo al comma che introduce ambiziosi obiettivi di raccolta differenziata, pena il commissariamento degli Ato, cosa ne pensa?
«Che è inapplicabile, perché vorrebbe dire commissariare tre quarti degli Ato. E’ un comma senza capo nè coda e non se ne capisce davvero il senso di averlo messo in finanziaria».

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