[20/12/2006] Urbanistica

Conti e Martini parlano di governo del territorio, riformismo e Pit

FIRENZE. Dopo la bufera di Monticchiello la regione Toscana prova a tirare le fila dell’urbanistica, a cominciare dal nuovo Piano di indirizzo territoriale (Pit), ma l’assessore Riccardo Conti e Massimo Morisi, docente universitario, lo fanno anche con libro, realizzato attraverso di una conversazione di Conti con il giornalista Renzo Cassigoli, dal titolo “L’identità toscana- riformismo e governo del territorio” (edizioni Passigli).

«Quale futuro per l’identità del territorio toscano? Quale avvenire per una terra segnata dalla bellezza paesaggistico-ambientale, frutto di una antropizzazione che nei secoli ha disegnato il suo inconfondibile profilo, ma che, al tempo stesso, deve e vuole svilupparsi e crescere?» Sono queste le domande che l’Assessore all’urbanistica della Toscana si pone ed alle quali cerca di rispondere con il suo libro che verrà presentato oggi alle ore 17.00 a Firenze nella sala Gonfalone di palazzo Panciatichi.

Sarà, dice Conti «una discussione a tutto tondo dove, di volta in volta il territorio viene osservato da diverse angolazioni: nel suo rapporto tra mercato e democrazia, come risorsa e patrimonio, come una realtà che si muove e si trasforma, come luogo del riformismo, fino a funzionare da oggetto di riflessione per chiedersi come siamo, come eravamo, e come potremo essere. Lo scopo dell’assessore e di Morisi «è mostrare che possiamo aspettare quanto vogliamo scrittori di programmi, ma è la politica che può far scoccare la scintilla. E la politica della sinistra riformista può farla scoccare se si rende capace di trasmettere il senso di un progetto nel quale governare non è fare manutenzione dell’esistente ma innestare in esso quei cambiamenti di cui c’è bisogno, avendo sempre e comunque presente il cittadino e i suoi diritti, il diritto soprattutto a vivere bene».

Un concetto che riprende quanto già detto dal presidente della Regione Claudio Martini che parteciperà alla presentazione del libro: «riuscire a tenere un equilibrio dinamico tra sostenibilità e grande qualità e sfuggire alla paralisi. Il dilemma tra il distruggere e il non fare si risolve proprio facendo quello che serve e facendolo bene. E’ questa la grande scommessa del Piano di indirizzo territoriale. Nel governo del territorio – ha detto Martini - quando ci troviamo di fronte a diversità di opinione, la soluzione non sta nello spostare la questione a Roma e nemmeno nel ricorrere al Tribunale amministrativo, come avviene adesso. La risposta più adeguata è trovare una sede capace di esprimere una soluzione condivisa: proprio a questo serve la commissione paritetica prevista dalla nostra legge e rilanciata dal Pit. Si tratta di uno strumento flessibile dove, qualora fosse necessario, sarà possibile trovare, tutti insieme, un modo per uscire dall’empasse».

Per Conti la parola magica è “insieme”: «non c’è una Toscana delle piccole patrie ma un patto fra amministrazioni. Questo è il Pit. E questa è la strada scelta per governare la trasformazione verso la qualità. Una via non gerarchica ma a “filiera”, dove la centralità dei comuni è una garanzia. Per questo ribadisco due formule efficaci che sintetizzano bene la strategia che sottende tutta la politica di governo del territorio: fare da sé ma non da soli è la prima. La seconda: piano pubblico e buoni progetti privati».

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